Uno degli aspetti che nel corso degli anni è quasi scomparso in chi ascolta musica è l’attesa. Ai tempi del vinile e se vogliamo anche della personale musicassetta, nobile antenata della musica liquida, c’era maggiore attenzione nell’ascolto e di un artista o di un gruppo si attendeva con curiosità l’album successivo. L’avvento della musica liquida se da un lato ha offerto illimitate possibilità d’ascolto, dall’altro ha cancellato di fatto il senso vero dell’ascolto.
L’uomo moderno tende infatti ad approcciarsi ad ogni aspetto della vita in modo bulimico: si accontenta di ciò che la società di massa gli offre e coglie di ogni cosa solo l’aspetto più superficiale. Queste riflessioni nascono dal riascolto di due album autoprodotti che meritano di essere riproposti all’attenzione di chi legge.
Si tratta del progetto Moloch che Gianni Venturi e Lucien Moreau portano avanti dal 2016 e che tra qualche mese vedrà l’uscita del terzo capitolo. Un progetto che rispecchia il nome che porta e che è facile definire impegnato. Moloch nell’immaginario collettivo è una divinità legata al mondo degli inferi che esigeva il sacrificio di bambini, i cui corpi ardevano e si consumavano nel ventre di una statua di bronzo, che il forte calore arrossava rendendola ancora più sinistra, mentre la gente intorno ballava e suonava per ingraziarsi i favori del dio. Secondo alcuni studiosi Moloch non era un dio ma un sacrificio sempre umano, sempre crudele, sempre con bambini come vittime sacrificali, che veniva effettuato da molte se non tutte le popolazioni del bacino del Mediterraneo. Il solo pensare a questa figura o a questi riti, il solo associarla al concetto di divinità fa inorridire l’uomo moderno che, forte delle sue sicurezze etiche e morali, mai
arriverebbe a tali aberrazioni.
Gianni Venturi e Lucien Moreau dimostrano però che Moloch, o se si preferisce la liturgia che ruota intorno a divinità crudeli, è tristemente attuale. Gianni Venturi racconta Moloch nelle sue poesie – canzoni, gli dà nuovi nomi ne delinea le caratteristiche e gli atteggiamenti dimostrando che se nei racconti e nelle storie antiche questa figura agghiaccia coscienze, nella realtà odierna affascina e condiziona le nostre vite più di quanto pensiamo. Il Vangelo di Moloch si apre con i versi lucidi e apparentemente deliranti, per il loro incedere e per le loro poetiche connessioni, di Manifesto e ci raccontano di una società sempre più becera e aprono a tante tematiche:
Il popolo ha voce e silenzio / il popolo è massa il popolo è branco / il mediocre non perdona chi
non lo è / il verbo sapere alienato dal semplice godere / Consumare, consumare, consumare
alimentare il giusto e santo desiderio di possedere…
La corsa al nulla indispensabile che ci rende insetti simili agli insetti (F. Battiato).
L’annientamento della coscienza e il delirio dell’ego, lo ritroviamo nei caustici versi di Selfie Ergo Sum, specchio di quell’ignoranza e quell’indifferenza che ci hanno impoveriti moralmente, eticamente e meno consapevolmente economicamente. A questi che sono solo alcuni dei volti di Moloch dobbiamo aggiungere il fanatismo religioso, le Verità occidentali esportate a suon di bombe intelligenti, la devastazione di immense aree del pianeta. Un’ora e quindici minuti intensi durante i quali Gianni Venturi sferza una società sempre più abietta e miope e, contemporaneamente, invita a riscoprire la bellezza della Poesia e della Natura e soprattutto a ritrovare la dignità di popolo pensante. Ognuna delle quattordici composizioni andrebbe studiata, commentata e, nel silenzio delle coscienze, meditata. Ad accompagnare le liriche, la Musica e i synth del poliedrico artista Lucien Moreau che, nella veste di regista, firma anche il video di Dinosauria (composizione ispirata alla poesia di C. Bukowski).
Ad impreziosire questo secondo atto, la voce e il canto di Debora Longini e il sax e il flauto di Emiliano Vernizzi.
Poesia, Musica, Cinema, Arti Visive convergono e si sublimano in un progetto che è tra i più interessanti e singolari del nostro panorama musicale.
Il Vangelo di Moloch, album su cui mi sono maggiormente soffermato, e l’elegante cd Moloch sono acquistabili nella pagina bandcamp del duo.
A questo punto non resta che attendere il terzo capitolo che si sa essere un omaggio a Jean Baudrillard, s’intitolerà MOLOCH: L’ESTASI E L’INERZIA e che come annunciato da Lucien Moreau e Gianni Venturi sarà ancora più indie. Ancora più prog. Ancora più elettronico.
©Fortunato Mannino
Gianni Venturi
Lucien Moreau
Debora Longini
Emiliano Vernizzi
Moloch
Il Vangelo di Moloch