Un insetto che rimane invischiato nella resina è semplicemente un insetto morto, intrappolato nella resina. Se spostiamo però l’orologio del tempo avanti di milioni di anni quella resina fossilizzata diventa gemma preziosa e quell’insetto testimone involontario di un’era lontanissima. Se trasliamo questi concetti a Gli Insetti Nell’Ambra sarà facile comprenderne la filosofia che li guida. Il sound della band è un’originale fusione di punk, da cui eredita irruenza e immediatezza, e il kraut da cui eredita invece l’aspetto elettronico e soprattutto l’idea di rielaborazione e riproposizione di modelli sonori. Non manca l’influsso del garage-psychedelico ma quel che è più importante al di là delle influenze è l’originalità. Lapo Boschi (basso, voce, chitarra) e Chris Bronkos (chitarra) fin dal primo album hanno offerto sonorità sempre cangianti e testi sfuggenti che sembrano richiamarsi a l’immaginazione senza fili e le parole in libertà care ai futuristi.
Testi all’apparenza assurdi ma che rimandano a concetti politico sociali decisamente attuali e complessi. 2072, questo il titolo del terzo album, non fa eccezione a quanto scritto e lo si capisce subito ascoltando Antifiamo Travolta, che apre l’album. Il significato? Non ne ho idea, come non ho un’idea di quante lingue / dialetti vengano mescolati certamente riconoscibili sonol’italiano, il francese e i nomi propri, ma riconosco un’idea e questa idea è il caos. Il caos e l’incomunicabilità dominano il nostro tempo e condizionano il nostro agire e le nostre vite. Non vi sono punti di riferimento stabili se non il ripartire da sé come lasciano intuire gli ultimi versi del testo. Due minuti e mezzo intensi in perfetto stile no-wawe. Ancor più breve è Garibaldi Fu Ferito, qui non c’è nessuna lingua da interpretare ma solo una storia da ricordare. Il gruppo, adesso sì che possiamo scriverlo visto che al duo si è unità la batterista giapponese Hijiri Shimamoto, attraverso rime veloci racconta di un’Italia ancora da costruire, di un Garibaldi che tutto voleva fare tranne che recarsi in Sicilia, di una coscienza nazionale ancora da costruire e di un clero ancora troppo presente nella vita pubblica. Lallazione è la mia proposta d’ascolto, non è nella sua versione definitiva che troverete comunque su youtube, ma preferisco quando possibile mostrarvi gli artisti che suonano e non immagini fisse. Non mi dilungherò molto sul significato globale del testo, ognuno troverà il suo basta seguire gli echi delle parole, ma su un paio di versi mi soffermo:
[…] stonare gli stornelli, borbottarne i ritornelli
non importa se comporta che passiamo per cretini
se la cosa li riposa che ci chiamino bambini
Cosa vedo? Vedo artisti che non scendono a compromessi e che continuano nel loro percorso senza
preoccuparsi di doverlo spiegare soprattutto a chi si erge a giudice. Ci sarebbe tanto altro da scrivere ma se il racconto vi ha incuriosito e la musica vi è piaciuta il prossimo passo è visitare la pagina bandcamp de Gli Insetti Nell’Ambra e far vostro l’album. Prima di chiudere un grazie di cuore alla Skank Bloc Records per l’impegno a preservare e promuovere quel genio e quella creatività italiana e non solo, che un’Italia sempre più conformista tenta di soffocare.