Earthset – Nosferatu

Il 2023 sta scivolando via e quando leggerete queste righe avrà definitivamente lasciato il posto al 2024. Un momento di pausa che mi permette di dedicarmi all’ascolto di quei dischi che la frenesia della quotidianità mi ha costretto a lasciare da parte. Per fortuna la Musica non ha una data di scadenza ma impone un suo tempo d’ascolto e in questo caso posso aggiungere anche un e non solo. Gli Earthset infatti continuano il loro percorso di ricerca musicale che s’incrocia per la seconda volta con il mondo del cinema delle origini. La prima tappa di questo percorso risale al gennaio 2020 quando fu pubblicato L’Uomo Meccanico, film italo-francese risalente al 1921, scritto e interpretato da Andrè Deed e da cui è scaturita una serie di cine-concerti realizzati con la collaborazione della Cineteca di Bologna. A distanza di tre anni esce la colonna sonora di un altro capolavoro del cinema muto: Nosferatu, eine symphonie des grauens di Friedrich Wilhelm Murnau. Il film venne proiettato nel 1922 ma i chiari riferimenti al romanzo di Bram Stoker fanno scattare la denuncia degli eredi per violazione dei diritti d’autore. Gli Stoker vinsero la causa e le pellicole dovettero essere distrutte, ma Murnau conservò quell’unica copia che oggi ci rimane e che ha fatto la storia del cinema. Una delle componenti del successo è certamente l’attenzione che Murnau dedicò alla colonna sonora che, in periodo in cui il cinema era muto, fu realizzata dal compositore musicologo Hans Herdmann. Herdmann è da considerarsi un pioniere delle musiche nate espressamente per raccontare emozioni e immagini, purtroppo però la partitura originale è andata perduta, anche se in un’incisione della Bote und Bock del 1926 se ne possono ascoltare circa 40 minuti. Con il capolavoro di Marnau si sono confrontate tante band e tanti musicisti e gli ultimi in ordine di tempo sono gli Earthset. Il gruppo bolognese offre una versione meno lunga rispetto alla durata del film ma decisamente più funzionale alla narrazione sonora. La scaletta segue quelle che sono le scene chiave del film e la musica è quella degli Earthset: una bella miscela di post rock, noise e quell’elemento di classico che non manca e impreziosisce la narrazione. Una narrazione che ha il suo filo conduttore nell’uso di temi ricorrenti, scomposti e rimaneggiati in funzione delle immagini. Come per L’Uomo Meccanico anche Nosferatu è stato registrato in presa diretta e, anche in questo caso, durante i concerti verrà proiettato in contemporanea il film. Nosferatu non solo è un gran bel disco ma ha anche il merito di riproporre all’attenzione del grande pubblico un capolavoro del cinema muto. Un patrimonio questo di cui spesso si conosce poco e di cui troppo poco purtroppo è rimasto: l’incuria nel sottovalutarne il valore e l’infiammabilità delle pellicole al nitrato hanno determinato la perdita irrimediabile di quasi il 70% della produzione. Nosferatu è un disco che fa bene alla cultura e avvalora quanto spesso scrivo: il panorama musicale italiano è mille volte più appassionante e vario di quello che i media propongono. In questo contesto gli Earthset si sono ritagliati un scorcio importante grazie alla loro capacità di sperimentare e grazie alla caratura culturale che permette loro di raccontare sia le contraddizioni del mondo contemporaneo sia le emozioni di un film d’epoca.

©Fortunato Mannino

Earthset
Dischi Bervisti

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