OROSCOPO D’AUTORE
(Herman Melville)
Oroscopo d’autore dedicato a Moby Dick di Herman Melville, a centoventiquattro anni e una settimana dalla morte dell’autore.
ARIETE: Chiamatevi Ismaele. Fate in questo modo, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione. Ogniqualvolta vi accorgete di mettere il muso; ogniqualvolta giunge sull’anima vostra un umido e piovoso novembre; ogniqualvolta vi sorprendete fermi, senza volerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri o pronti a far da coda a ogni funerale che incontrate; e specialmente ogniqualvolta l’umor nero vi invade a tal punto che soltanto un saldo principio morale può trattenervi dall’andare per le vie col deliberato e metodico proposito di togliere il cappello di testa alla gente. Chiamatevi Ismaele. Uscite la sera e scatenatevi sotto mentite spoglie.
TORO: Immersa nei pensieri, una bella fronte umana è come l’Oriente quando lo travaglia il mattino. Nella quiete del pascolo, la fronte arricciata del toro ha in sé un che di grandioso. Quando spinge pesanti cannoni su per le gole montane, la fronte dell’elefante è maestosa. D’uomo o d’animale, la fronte misteriosa è come quel gran sigillo d’oro imposto dagli imperatori tedeschi ai loro decreti. Vuol dire: «Dio: fatto oggi di mio pugno». Sulla vostra baci, riccioli, sferzate di vento e spuma di mare. Ma attenzione agli sportelli aperti. E ai capodogli bianchi.
GEMELLI: Gli uomini possono apparire detestabili come società per azioni e come popoli; furfanti possono essere, sciocchi e assassini; gli uomini possono avere volti ignobili e insignificanti; l’uomo ideale tuttavia è una creatura tanto nobile e splendente, tanto grandiosa e luminosa che sopra ogni sua macchia ignominiosa tutti i suoi compagni dovrebbero affrettarsi a gettare i loro manti più preziosi. A voi la scelta, e non sarà parziale. O splenderete o riverserete grigiume, per tutta la vita, a seconda di come saranno le vostre azioni nei prossimi trentatré giorni.
CANCRO: Quella che a terra chiamano la coscienza, è una specie di micragna, dicono, peggio del mal di denti. Anche se in molti dei suoi aspetti questo mondo visibile sembra formato nell’amore, le sfere invisibili furono formate nella paura. Ahimè, Panada! Brutta cosa per un cameriere bianco servire i cannibali! Non di carne né di pane sono fatti e nutriti i giganti. Ma voi, pensate un po’, prima di sentirvi stanchi e sottomessi, prima di dolervi nelle ossa e nelle tempie per malanni e pensieri, pensate, che le cause del malvagio, quand’è che voi ne avete trattato, ne avete fatto spregio assai peggiore. Pensate questo e vi scoprirete sani e felici come è giusto che sia.
LEONE: Non è, no, il ricordo dei suoi terremoti distruttori di cattedrali; né il timor panico suscitato dai suoi mari frenetici; né l’assenza di lacrime dei suoi aridi cieli che non versano mai pioggia; né la vista della sua immensa distesa di guglie contorte, di cornicioni divelti e di croci tutte pendenti (come pennoni inclinati di flotte all’ancora); né i suoi viali suburbani dove i muri delle case giacciono l’imo sull’altro come un mazzo sparpagliato di carte. Non è il ricordo della città dove siete cresciuti ad attirarvi, ma le persone che vi avete lasciato e che fareste bene a cercare ancora.
VERGINE: Consentitevi di conservare lo stile. Ha mai il capodoglio scritto un libro o pronunziato un discorso? Scaricate il cranio dei cumuli di spermaceti e date un’occhiata da tergo alla sua estremità posteriore. Rimarrete colpiti dalla sua somiglianza col cranio umano. Vogate come cinquantamila navi da guerra messe tutte in fila. Contro i vostri simile combatterete usando solo la testa, ma contro il vostro passato combattete usando la coda. Superate l’involontario terrore dell’attimo.
BILANCIA: Si dànno, in questo affare strano e confuso che chiamiamo vita, circostanze e occasioni bizzarre nelle quali si prende tutto l’universo come un gran tiro birbone, anche se non se ne capisce che vagamente il senso, e si ha più che il sospetto che tutto quanto il tiro sia stato giocato soltanto alle proprie spalle. Tuttavia, niente serve a scoraggiarci, per niente sembra valga la pena di metterci a litigare. Si buttan giù tutti i fatti, tutti i culti, e le credenze, e le opinioni, tutte le asperità visibili e invisibili, per nocchiute che siano; come uno struzzo dallo stomaco possente trangugia pallottole e pietre focaie. E in quanto alle difficoltà e alle angustie di poco conto: sembrano non più che bottarelle date bene e con le migliori intenzioni.
SCORPIONE: Oh, Dio! quali estasi torturanti sopporta colui che è consumato da un’unica inappagata brama di vendetta! Dorme coi pugni serrati; e si sveglia con le unghie piene di sangue che gli trafiggono le palme. Né la recluta inesperta che, via dal seno della sposa, marcia nell’ardore febbrile della sua prima battaglia; né lo spirito del morto che s’imbatte nell’aldilà nel primo fantasma sconosciuto: né questo né quello possono provare emozioni più strane e più forti di quelle di colui che si trova per la prima volta a vogare dentro il malioso cerchio di schiuma del capodoglio inseguito.
SAGITTARIO: Nel parere dei più fare qualcosa con freddezza equivale a farlo secondo le buone maniere. I vostri pensieri hanno creato una creatura dentro di voi; e colui che l’intensità del pensiero rende un Prometeo, di quel cuore per sempre si ciberà un avvoltoio; quell’avvoltoio è la creatura stessa che egli crea. O natura, e tu, anima umana! come le vostre intrecciate analogie giungono al di là di ogni dire! non c’è minimo atomo che si agiti o viva nella materia senza avere un duplicato raziocinante nella vostra infinita mente.
CAPRICORNO: È vana impresa volgarizzare gli abissi, e ogni verità è un abisso. Lasciate cadere una lacrima nel mare; e tutto il Pacifico non conterrà ricchezze pari a quell’unica piccola goccia. Un significato si cela in tutte le cose, o tutte le cose avrebbero ben poco valore, e il mondo stesso non sarebbe che un vuoto nulla, salvo che per venderlo a carrettate, come fanno delle colline nei pressi di Boston, per riempire qualche acquitrino della Via Lattea. Le reti che avete tagliato con il coltello a lama curva le avete riannodate con perizia, sicché sembrano resistere al peso; ma sono nodi tirati da mani inesperte, e ora una corda si scioglie, ora vi inganna, convincendovi che quella ferita non cederà domani.
ACQUARIO: In quell’istante, in uno degli intervalli di oscurità profonda, successiva alle folgori, una voce si fa udire al vostro fianco. Dovete far gioco leale qui, sebbene siate i più deboli. Se questo mondo fosse una pianura senza fine, e navigando a est potessimo raggiungere sempre nuove lontananze e scoprire visioni più dolci e strane di tutte le Cicladi o le Isole del Re Salomone, allora sì che il viaggio prometterebbe qualcosa. Ma inseguendo quei misteri che popolano i nostri sogni, o torturandoci a dar la caccia a quello spettro diabolico che prima o poi nuota innanzi a tutti i cuori umani; andando così a caccia intorno a questo globo, queste cose o ci trascinano in sterili labirinti o ci lasciano, sommersi, a mezza strada.
PESCI: Per produrre un possente libro, bisogna scegliere un tema possente. Non si potrà mai scrivere libro grande e duraturo sulla pulce, anche se molti sono coloro che l’hanno tentato. Verso di lei rotolate, verso di lei, balena che tutto distrugge senza riportar vittoria; fino all’ultimo vi azzuffate con lei, dal cuore dell’inferno la trafiggete; in nome dell’odio le sputate addosso l’estremo respiro. Affondate tutte le bare e tutti i catafalchi in un vortice solo! e poiché né questi né quelle possono essere per voi, che la trasciniate sbranata mentre continua a darvi la caccia, benché sia legata a voi, dannata balena! Così, lasciate andare la lancia!
© Alessandro Morbidelli, 2015