Carta straccia

Ph congerdesign

Capisco la carta straccia, perché mi assomiglia. Avrebbe pur detto qualcosa un tempo. Se non fosse che. Guardatemi. Accartocciato come sono sul fondo di me stesso. Anche nei momenti in cui raccontai, sapevo del cestino dei rimpianti.
E non ho fatto niente – leggero com’ero – per non finire tra le fiamme del giorno.
È la stucchevole mercanzia della rinuncia. Non avrai ciò che cerchi ma solo quello che non hai immaginato.
Il sogno esclude il sogno.
Una pagina strappata dal libro della logica. Intravedo la profondità, ma sguazzo in superficie. Fingere di credere per credere di fingere: la putrefazione non ha bisogno del cappotto. Le istruzioni per dare da bere all’assetata demenza felice sono andate perdute. Occorre improvvisare: nuovi metodi per la realizzazione dell’angoscia.
La solita angoscia.
Manuali per salire sulle vette della dannazione e non scendere più. Consigli utili per guastare quello che rimane dell’eternità.

©Davide Marchetta

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