Stavolta il nemico era dentro.
Forte, potente, imprevedibile. Carne della sua carne, ossa delle sue ossa. Con gli occhi spalancati nel nero della notte, fissi sul soffitto e rivolti verso l’anima.
Stavolta la battaglia sarebbe stata terribile. Non si trattava di difendersi, ma di comprendere e reagire. Non si trattava di uccidere, ma di vivere.
Il nemico la conosceva, conosceva i suoi pensieri, era i suoi pensieri. Era la paura di avere paura il nodo in gola, le gambe molli. Era quel male senza parole, quel serpente attorcigliato intorno alla gamba, quella palude di paranoia in cui soli si sprofonda.
Era un esercito il suo cuore; colpi di tamburo nel petto vuoto. La donna di spade controllò la sua lama, il filo tagliente recise la pelle sottile dell’indice e macchiò il metallo di una stilla di sangue. Era pronta. Avrebbe decapitato quel drago.
© Anna Martinenghi