Corteggiamenti [4] di Alessandro Morbidelli

© foto di Alessandro Morbidelli

Dissensi di sensi

sensuale agg. [dal lat. tardo sensualis, der. di sensus -us «senso»].
1. ant. Relativo ai sensi, alle sensazioni fisiche, che procede dai sensi: percezione s.; lo Filosofo… non intende dicere del parere di fuori, cioè sensuale, ma di quello dentro, cioè razionale (Dante).

Ecco sì, ho usato proprio questa parola qui. E dovevo saperlo che sarebbe stata la mia rovina. Sensuale. E adesso lei è in bagno e io sono steso sul letto, mezzo ubriaco, con la camicia aperta sul petto.

vista s. f. [der. di vedere, part. pass. visto]. – 1. a. La facoltà del vedere, il senso specifico che presiede alla percezione degli stimoli visivi: il senso della v., l’organo della v.; riacquistare la v.; essere di v. corta, acuta; Chiara alma, pronta v., occhio cerviero (Petrarca).

Nel momento in cui muoverà la sua testa verso la mia i suoi capelli biondi diventeranno neri. Potrò raccontarle di questa allucinazione riccia? Che il suo naso si rimpicciolisce, che gli zigomi si alzano, la bocca addolcisce? Che gli occhi azzurri diventano scuri? Anche se non ho paura di questo. Ho paura che non succeda. Ho paura di sovrascrivere, di cancellare.

udito s. m. [dal lat. auditus -us, der. di audire, rifatto secondo udire]. – Funzione sensoriale specifica preposta alla percezione degli stimoli uditivi, cioè dei suoni: l’u. è uno dei cinque sensi; la facoltà dell’u.; perdere, riacquistare l’u.; esser privo di u.; avere l’u. fine.

Mica ci spero, nel silenzio. Quando verrà, intendo. In quel mentre del ventre. E questi gemiti inquineranno l’eco dei suoi, dell’altra, che ancora rimangono. Confonderli mi farà uscire di senno. Sarà un concerto storto. Se ti innamori di Bach, con Gigi D’Alessio non ci perdi nemmeno un istante. Ascoltarli insieme è tortura.

olfatto s. m. [dal lat. olfactus -us, der. di ol(e)facĕre «odorare, fiutare», comp. del tema di olere «aver odore» e facĕre «fare»]. – La funzione sensoriale specifica preposta alla percezione degli odori, presente in quasi tutti gli animali, accentuata nei vertebrati, nei quali è generalmente localizzata nella cavità nasale: avere un o. fine; odori grati all’o.

C’è un demonio che abita dietro le orecchie, fino a scendere al collo e alle spalle. C’è un demonio che respira e il suo fiato ti ubriaca, sempre. Mi ci sono riempito i polmoni con l’odore della vita che annulla la morte. Posso rischiare di perderlo per un fantasma che sa di pelle nuova? La mia patria è lì, con quel demonio, a fumare un narghilè fatto di strade e di pioggia, di abitacoli e di lenzuola, di spiagge e di tavoli da bar.

gusto s. m. [lat. gustus -us; nel sign. 3 b, deverbale di gustare]. – 1. Uno dei cinque sensi di cui l’uomo è dotato: è il senso specifico esercitato attraverso gli organi gustativi o organi del g. (papille contenute nelle varie parti della cavità orale, nervo glossofaringeo, corda del timpano), per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale. Locuzioni: stuzzicare il g.; piacere, dispiacere al g.; perdere, riacquistare il g.

A volte mi pento di aver mangiato. Se penso alla pasta col pomodoro, poi, quel maledetto retrogusto acido ci mette un attimo a tornare. Ma quello della bocca di lei, dell’altra, devo ritrovarlo con ferocia. Quello dei suoi seni, quello di tutte le sue labbra. E se da quel bagno uscisse un sapore deviante? Di quelli che ammorbano la papille? Se mi ustionasse la lingua e il palato?

tatto s. m. [dal lat. tactus -us (der. di tangĕre «toccare», part. pass. tactus); l’uso fig. è dal fr. tact].1.a. In fisiologia, senso specifico che permette il riconoscimento di alcuni caratteri fisici (durezza, forma) degli oggetti che vengono in contatto con la superficie dell’organismo; qui sono distribuiti sensori specifici (meccanorecettori) in grado di percepire le forze fisiche e di informare il sistema nervoso trasmettendole sotto forma di impulsi.

Ci lascerò la pelle, ne sono sicuro. Mi si scorticheranno le mani a cercare le curve di lei, dell’altra. I morsi e le ossa, il groviglio che è lì, dove crescono i peli, dove si sciolgono i nodi. Il liquido che esce e quello che lascio. La forma della testa e quella della festa, che lascia il segno su quel che resta.
Arriva lei, come me l’aspettavo, nuda, con lo sguardo dell’animale. Mi alzo di scatto e la raggiungo. Sfuggo l’abbraccio e il sorriso. Tocca a me, le dico, e la oltrepasso verso il bagno. Afferro la porta con la mano destra, lascio l’indice sul bordo.

dolore s. m. [lat. dolor -ōris, der. di dolere «sentir dolore»]. – 1. Qualunque sensazione soggettiva di sofferenza provocata da un male fisico: dolor di testa, di denti; avere un d. in un fianco, in una spalla; essere pieno di dolori; 2. Patimento dell’animo, sofferenza morale: chiudersi nel proprio d.; potevi risparmiarmi questo d.; nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Ne la miseria (Dante).

Chiudo la porta con tutta la forza che ho. Sento lo schianto dell’osso. Seconda falange. Urlo, l’animale mi soccorre. C’è trambusto e paura. Sono scivolato, che guaio! mi lamento. Così mi fascia la mano con un fazzoletto. Si veste di fretta. Mi porta all’ospedale.

Dopo tre ore il dottore mi osserva e scuote la testa. Un’altra volta? mi dice. Ma lei che ci fa con queste mani, che si rompe un dito al mese?
Non gli dico niente. Rispondo solo a me stesso. Che i sensi sono tornati puliti. Adesso sto bene.
E che con le mani ci ricordo l’amore.

© Alessandro Morbidelli

Se volete conoscere di persona Alessandro Morbidelli lo potrete trovare a Milano, qui, sabato 14 giugno, e a Passirana di Rho il 15 giugno, qui. Presenterà, con altri autori l’antologia di racconti Canti d’Abisso.

Se volete partecipare all’operazione “Salvate una Sirena dal macero” potete leggere qui le istruzioni.

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