La valigia di cartone [4] di Raffaele Rutigliano

04.

Ho tutto in testa. Le strade, le arterie tra palazzi. Indirizzi, numeri. Ho il mio giro. I primi due giorni sarò da Clara e Alberto. Sono gli antipodi dell’italianità, vicentino lui, tarantina lei. In mezzo Arturo, un gatto europeo che di fatto non rischia la Bossi-Fini.
Superato l’Appenino, a Bologna si entra nel 
norditalia, lì esiste una vasta distesa industriale fatta di capannoni e mezzi articolati che si perdono dall’Adriatico alle Alpi.
Qui ogni tre giorni – dice Alberto – si ammazza un imprenditore.
Poi ci sono i casi isolati di chi, come il magnate delle pompe idrauliche, ha fatto il botto con un’idea del cavolo, ma brevettata e riconosciuta a livello mondiale.
A Montecchio Precalcino ho avuto modo di concepire il paesaggio sociale, a livella d’uomo, votato alla sopravvivenza oltre le rotonde da incroci stradali senza semafori. La sera, poi, il fermarsi da Robert è d’obbligo, ci si adagia sui divanetti, fumando e bevendo, attendendo la luce come in un quadro di Hopper.

[Continua…]

© Raffaele Rutigliano, 2014


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