Pilastri e cuori
Le amiche sono sempre state uno dei pilastri sui cui si appoggia la mia vita.
Ho sempre pensato che fossero inamovibili, un po’ come i pilastri, appunto, che reggono ponti e chiese per secoli e secoli, amen.
Invece non è così. Le amiche sono esseri umani, non pilastri, e si muovono, per fortuna. Perciò capita che prendano strade che le portano lontane, lontanissime.
Che si fa? Io, d’acchito, sto male, poi comincio a ragionare, a dirmi che la vita cambia le persone e che le persone non possono essere solo quello che tu vorresti, che amarle è vederle, ma vederle davvero, anche nelle cose che non comprendi, che non ti piacciono, che le ha cambiate.
La vita è questo: cambiamento e ci si deve adattare, senza perder la “purezza” se possibile.
Così, le amiche (ma anche gli amici) che non sono pilastri ma cuori e cervello e gambe e mani e tutto il resto delle frattaglie, possono anche cambiare, allontanarsi.
E tu puoi sperare e fare in modo che tutto questo non sia doloroso bensì fatto nel segno di qualcosa che si avvicina all’amore.
Perché amare è anche dire “mi dispiace”.
E si può amare anche da lontano.
© Barbara Garlaschelli