Segnalibro di Elena Mearini

Ci vorrebbe un segnavita,
per ricordarci a che punto siamo
con la storia del respiro

Una striscia di cartone infilata tra le pagine di un libro. Potrebbe esserci finita per caso, forse non è altro che il pezzo di qualcosa caduto in qualcos’altro, un incastro della sorte, potrebbe.
Invece no, quella striscia se ne sta lì per una ragione precisa, ha un compito importante da svolgere, deve segnalarci a quale punta della lettura siamo arrivati. Un po’ come se ci dicesse:  «Sei stato presente fino a qui».

È un indicatore della nostra durata dentro la storia scritta. Con lui non possiamo mentire. Se ci venisse in mente di saltare cinque o dieci pagine per andare avanti e terminare prima, sarebbe impossibile affermare L’ho seguita tutta, questa storia. Ci sono stato sempre, dall’inizio alla fine.

Non è vero, direbbe la striscia di cartone, da pagina 50 a pagina 60 tu non c’eri.

È utile alla verità, il segnalibro.

E io sogno un segnavita che mi indichi dove sono e dove manco.

 
©Elena Mearini, 2019

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