

Ciliegia
In ricordo delle staffette partigiane. Donne con tanta paura e indomita volontà di essere libere. Resiste dentro il gelo che taglia le mani e screpola le labbra. Resiste nella goccia di sangue che scivola lungo la schiena nuda colpita da una dieci cento nerbate. Resiste
Oro alla patria
Il giorno in cui morì zio Guglielmo pioveva a dirotto. Era un lunedì di un settembre travestito da novembre e il grigio sembrava aver ammantato l’intero paese e la campagna circostante.Anche il giorno del funerale, l’acqua continuava incessante a riversarsi da un cielo cupo di nubi dense e gravide.Zio Guglielmo
25 aprile sempre
Immagine da Pinterest Ogni volta che siamo liberi di scegliere e votare è 25 aprile Ogni volta che la società protegge il debole è 25 aprile Ogni volta che raggiungiamo un nuovo traguardo nello studio e nel lavoro è 25 aprile Ogni volta che la nostra dignità di uomo di
Anna
«Scappa!».La voce le arriva in un soffio, la strappa dall’irrequieto dormiveglia in cui è piombata.(Da quanto? Non lo sa, ha perso la cognizione del tempo).Prova a muoversi sul tavolaccio di legno sul quale è stesa e un dolore lancinante quasi la taglia in due.La voce si fa più perentoria: «Scappa,
Aprile
Così, è qui che è successo. In piedi sul sagrato della chiesa, i capelli scuri arruffati dal vento, Aldo si guarda intorno, stretto nella giacca grigia troppo leggera, nei jeans troppo sottili, i piedi già gelati
Il testamento di Milada Horàkovà
Dondolo, com’è normale per un impiccato, anche se in giugno a Praga è bellissimo e pare che la vita non debba mai finire. Ho ancora un attimo di tempo e in quello capisco come funziona la morte:
Come tra bambine che cantano
«Lascia stare quella bottiglia! Ti tagli!»La voce di mia nonna ancora la ricordo bene. Anche se lei è da un po’ che non c’è più.«Come faccio a tagliarmi, mica è rotta?» le rispondo. Ho solo sei
Sono stata liberata
Sono stata liberata e l’ho saputo bambina da chi ha ascoltato fischiare il vento. Come in una fiaba inventata in fretta, l’ho saputo da chi le scarpe rotte ce le aveva ancora ai piedi. Sono stata
I ricordi fanno male di Paola Vallatta
Giovanna andava al mercato. Come tutti i giovedì. E, come tutti i giovedì, si era fermata alla bancarella dei lupini. Le piacevano i lupini. Da quando era piccola. Le piaceva sbucciarli con i denti, succhiarne l’interno,
Che ne sai tu
“Che ne sai tu della guerra” diceva sempre mio nonno quando tornavo da una manifestazione per la pace nel mondo.Se fosse ancora vivo gli potrei dire che purtroppo la guerra è tornata e che Ucraina e
Carpe diem
L’esigenza del degrado. Perché questo titolo?Perché il destino del poeta è quello di un eterno deviante. “Esule sulla terra, fra grida di scherno, le sue ali da gigante gli impediscono di camminare”.Lei dice che il poeta
Afasia selettiva
Il sole inondava l’enorme stanzone nel quale la Lady espletava molti dei suoi numerosi compiti. Il calore entrava da una finestra di dimensioni monumentali posta esattamente dietro una pesantescrivania di mogano con piano in pelle, ingombra
Ora siediti e parliamo
L’impagabile sollievo d’ammettere che ben poche cose nella vita sono sotto il nostro controllo che siamo tutti nella stessa tempesta e il vento è forte e fa paura che molte cose accadono per caso o per
Il paziente
Quello è il paziente di cui mi ha parlato? Sì, dottore. È entrato in Pronto Soccorso un paio d’ore fa. Codice Rosso, a quanto leggo nella sua cartella. Sì, forse un episodio ischemico. Ed è rimasto