Vendesi casa disperatamente [5] di Chiara Munda

Nella puntata precedente:
Quando l’imprenditore è più attento al nodo della cravatta che alla professionalità potrebbe avere un metro di giudizio poco serio. Quando la tua faccia non è mai stata seria. Quando l’imprenditore poco serio incontra la tua faccia poco seria il risultato sarà, per definizione, poco serio.

DI REALIZZAZIONI PERSONALI IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE E DI UMILIAZIONI IN CORSO D’OPERA
– Episodio 5 –

Milano, Aprile 2017

«Pronto?»
«Buonasera Chiara, sono Alice di Rattazzi Immobiliare, si ricorda di me?»
«…»
«Ci siamo viste un mesetto fa, ricorda?»
«Ah sì, buonasera Alice».
«La disturbo? È un buon momento?»
«Non mi disturba, però non ho cambiato idea sulla casa. Quindi…»
«Ma non la chiamo per la casa, ci mancherebbe!»
«Ah no?»
«No, la chiamo per sapere come sta».
«Ah.»
«Mi dica, Chiara, come sta?»
«…»
«…»
«Bene».
«Oh, mi fa piacere».
«Ehm… lei tutto bene?»
«È sempre così gentile! Io tutto bene».
«…»
«Cosa mi racconta?»
«Cosa le racconto?»
«Sì, mi dica».
«…»
«…»
«Eh, c’è la primavera!»
«È vero».
«Già».
«Già».
«Su Instagram è tutto un fiorire di magnolie».
«Sì, anche in via Solari ce ne sono un sacco!»
«…»
«E in piazza Conciliazione!»
«(Non solo su Instagram, ma anche in via Solari e piazza Conciliazione. E in corso d’opera no?)»
«Mi sente?»
«La sento».
«E, quindi, che si dice?»
«Guardi, sono un po’ di fretta, devo scappare».
«Dove va di bello?»
«Dove vado?»
«Eh!»
«In via del tutto eccezionale».

Ora, a parte l’evidente ironicolesione, Alice, ne sono certa, merita una vita migliore.
Non so se è brava a suonare il pianoforte, a preparare biscotti al limone o a usare photoshop. Ma sono certa che ha molte qualità e che disturbare il prossimo dietro una maschera di cortesia non è il massimo a cui può ambire.
Non so se all’asilo sognava di fare la cassiera all’Esselunga -a proposito: perché le bambine sono così attratte dal lavoro di cassiera?-, alle elementari la veterinaria e alle medie la ballerina.
Non so quali fossero i suoi progetti di vita alle superiori. Non so niente di Alice.
Ma so cosa vuol dire fare un lavoro così brutto.
Io ti capisco, Alice, ho lavorato per anni al recupero crediti. E, ti assicuro, la strozzina non è il lavoro più brutto che ho fatto. Lo so cosa vuol dire quando farsi notare dal capo significa farsi odiare dai clienti. E da se stessi. Lo so cosa vuol dire odiare se stessi. Lo so che non ti diverti a darmi fastidio, lo so che ti senti umiliata in quell’ufficio vuoto a calpestare la tua dignità simulando interesse per la mia vita. E io manco sono cliente, se fai così con me, chissà come ti comporti con chi ti paga lo stipendio. Lo so che ti senti sprecata a elemosinare la mia attenzione, lo so che è frustrante parlare di primavera in via Solari e magnolie in corso d’opera con una stronza che ti prende in giro, lo so che non è questa la tua realizzazione professionale.
Lo so che questa è una tragedia personale, morale e politica, lo so che se osi lamentarti del tuo lavoro tuo padre ti dice «ringrazia il cielo che ce l’hai», tua nonna ti racconta che faceva la mondina, si spezzava la schiena nelle risaie, la pioggia, la grandine, le zanzare, tu stai in ufficio, il caldo d’inverno e il fresco d’estate, ti vesti elegante e lavori al computer, «che vuoi di più?».
Lo so che se provi ad alzare la schiena e puntare, non dico in alto, ma neanche così in basso, ti dicono che sei choosy, sei ingrata, di che ti lamenti?, è la crisi, pensa a chi il lavoro l’ha perso. Lo so che non riesci neanche ipotizzare di avere un lavoro che non sia solo mortificarti e importunare la gente, lo capisco quello che provi. Lo so quello che provi.
E mi dispiace tantissimo.

Però, Alice, no.

(To be continued…)

© Chiara Munda, 2017


Chiara Munda è tra gli autori dell’antologia “IN VIAGGIO” (collana Sdiario, Edizioni del Gattaccio).
Per acquistarlo potete scrivere a: info@edizionidelgattaccio.it
Buona lettura!

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