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«Io qui non ci resto, hai capito?» Marco urla e io urlo più di lui.«Tu fai quello che ti dico io. E non esci di qui!»Siamo faccia a faccia, ci separa solo la distanza del nostro respiro. I suoi occhi che bruciano di rabbia e i miei, se potessi vederli,leggi »

And the rain fell down, On the cold grey town… Non riesco a togliermi dalla testa questa canzone. Mi ha raggiunto alle spalle e mi ha stretto i fianchi. «And we made sweet love… and we made sweet love… » mi ha sussurrato all’orecchio. Un brivido improvviso sulla schiena, un’ondataleggi »

Sono nato fortunato, nonostante fosse venerdì 13. Mia madre ha sempre detto che non credeva alla superstizione, ma le mie tutine avevano un piccolo cornetto rosso ricamato in un angolo; perché fosse di buon auspicio mi ha messo un nome importante, ma io non ho mai avuto bisogno di questileggi »

Alla fine papà ha detto “basta, stasera ti porto al lavoro con me”, e ho preso a saltellare per tutta la casa, evviva! Quando lui alla sera non c’è accendo le luci in ogni stanza e la televisione a tutto volume, e mi addormento a pancia in giù con laleggi »

FRIGORIFERO LUMINOSO Se ti trovassi, ti incarterei come un piccolo albero. E ti stringerei dentro al mio cuore freddo. Giovanna Marmo da “Occhio da cui tutto ride” Le piace il caffè solubile. Le piace incollare i bollini dei premi fedeltà. Le piace il caffè solubile perché è ancora più sciacquatoleggi »

Il giorno in cui Floriana Farnesi iniziò a perdere le parole non se ne accorse nessuno. Forse, facendo maggiore attenzione, qualcuno avrebbe potuto notare il volteggio di lievissimi segni neri intorno alla sua persona, come se le stessero cadendo manciate di sopracciglia. Ma non lo erano. Floriana Farnesi stava perdendoleggi »

Di buio il busto scomodo. Le ombre gli rubano l’aria. Le sinfonie notturne sono balzi di torace in posizione eretta. Uno strappo di fiato nella notte. Mi è sembrato di averlo nel petto il cuore di mio padre. ©Francesca Rossetti, 2019 ©Foto di copertina di Leonardo Cassi, 2019leggi »

Manco. Manco a me stessa. Smarrita. Scomparsa. Mi guardo allo specchio. Quel volto diafano, incavato, che negli ultimi giorni sembra essersi allungato come un orologio di Dalì, non sembra quasi più mio. La scorsa notte l’ho sognato avvolto di ragnatele. Non ero io. Ma ero io. Non capisco: perché ricordoleggi »