daniela scudieri

Alla fine papà ha detto “basta, stasera ti porto al lavoro con me”, e ho preso a saltellare per tutta la casa, evviva! Quando lui alla sera non c’è accendo le luci in ogni stanza e la televisione a tutto volume, e mi addormento a pancia in giù con laleggi »

Dopo il dolce si alzano da tavola – il fulgore scomposto di cristalli e argenteria, i tovaglioli spiegazzati – e si accomodano sui divani, nella luce resa morbida dai paralumi delle molte lampade. «E così questo Natale niente St.Moritz?» chiede Eugenia accavallando le gambe. «Niente» conferma Camilla «Andiamo a Bangkok.leggi »

Svegliarsi nell’appartamento per turisti, una di quelle mattine di inizio anno in cui il mondo sembra tutto nuovo, come dopo una nevicata, anche se di neve non c’era l’ombra. Fare colazione e vestirsi senza scambiare una parola, aspettare alla fermata imbacuccati e muti, poi sedere sull’autobus uno dietro l’altro, comeleggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »

Ma il capo ci ha detto: «Andate lo stesso». Bastardo d’un vento – ultima cicca schiacciata sotto lo scarpone, cappuccio fluorescente tirato su. Nel parco, a lottare con le raffiche, c’eravamo solo io e Iuliu. Freddo. Autunno. Il frastuono della macchina che triturava legnetti e foglie secche, lo schianto deileggi »

VENDESI Prima uno spicchio di luce allo stridere della porta d’ingresso – cinguettii, esplosione di sole e verde. Poi lo scricchiolio delle scarpe dell’uomo che scatta foto e prende misure mentre le due donne aprono schizzinose gli scuri della cucina, del salone affumicato. Arretrano alla spicciolata, messi in fuga daileggi »

LETTO 34 Finalmente, dopo aver seguito frecce, spinto maniglioni di porte e percorso di volata corridoi sotto le mattonelle al neon incassate nel soffitto, con la custodia nera sulle spalle e il casco appeso al braccio, Pietro trova il reparto e in sala d’attesa si unisce trafelato al gruppo cheleggi »

LA RAGAZZA DI CLAUDIO Appena sbatté la portiera della Clio parcheggiata nello spiazzo davanti al bar lungo la statale sentì la canna di una pistola puntata alla schiena. «Mani in alto!» Un bambino dal sorriso sdentato e cinturone da sceriffo ai fianchi e una bimba con un vecchio casco daleggi »

Sull’altra riva «Ho poco tempo», le ripete guardingo, le dita chiuse sulle sue intorno al bicchiere. Lei prova a fermargli gli occhi coi suoi, scuri e speziati. Ad attrarlo. «Vuoi? È una storia lunga. Comincia così» dice, ma sa che l’abisso della sua scollatura, e il vibrare continuo del cellulareleggi »

ROSSO «Prego, per di qua». Trascinandosi dietro i bagagli gli ospiti, perlopiù turisti tedeschi in pantaloncini e canottiera anche in pieno inverno, i polpacci pallidi arrostiti dal sole, la seguono sul sentierino di pietre piatte tra gli ulivi, e ohhh, wow, restano a bocca aperta, abbozzano domande in tedesco oleggi »