audioracconto

Lo zolfo? Credo di avere più zolfo che sangue nelle vene, fa parte di me come queste mani. Se a tutti gli altri ha bruciato i polmoni, a me m’ha protetto fin dall’inizio. Sono nato nel settembre del ‘31 in un bugigattolo davanti alla miniera di Cabernardi, coi camini cheleggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »

Andata e ritorno Pessimo lancio. Così il foglio ripiegato più volte su se stesso non atterra come speravo sopra il banco della compagna, ma ruzzola poco distante dai suoi piedi. Tossisco. Perché il rumore impercettibile della carta che tocca terra può ampliarsi in un rimbombo se nell’aula regna il silenzioleggi »

Giro per casa solo quando non c’è nessuno. Mio padre sa tenere le distanze, invece da mia madre devo stare alla larga. So che potrebbe prendermi alle spalle e stringermi. Non sopporterei le sue mani. Uscirò di casa solo quando avrò la certezza che agli esseri umani sono cadute leleggi »

Dai viaggi si torna con un po’ di tutto. Dai viaggi torno con quel cibo che credo di non trovare sotto casa. Ci sono, nella mia dispensa, spezie, buste di minestre liofilizzate, ogni tipo di marmellata, di miele, di salse. Bustine di tè e di tisane. E ancora sottaceti eleggi »

“Facciamo entrare le pecorelle nell’arca”: era il nostro gioco. Allora lei allungava le braccia sopra il tavolo della cucina e mi lasciava le sue mani. Io gliele prendevo, unendole i mignoli. Gliele aprivo bene, anche se come le volevo io non ci stavano mai, perché le dita tendevano sempre aleggi »

a Francesca Scania è l’ultima parola che ricordo. Il resto non è più. «Se almeno avesse avuto la cintura…» hanno detto i vigili del fuoco. «Sembra un puzzle…» ha detto uno degli infermieri, mentre raccoglieva i miei pezzi. «Una gran carambola» hanno detto i carabinieri, «…salto, sponda e buca colleggi »

La piazza è illuminata dalla luce radente del crepuscolo che tinge di viola gli alberi e le case. L’aria è tiepida, quasi un assaggio di primavera che dà coraggio alle persone e le spinge fuori casa come le lumache dopo la pioggia. Spuntano i primi sandali, le minigonne svolazzanti, leleggi »