antonella zanca

La donna dei miei sogni odiava l’aglio. Diceva di non digerirlo, era schifata dalla puzza. Arricciava il naso e io restavo lì a guardarla, incantato: innamorato di ogni suo aspetto, non mi sognavo di contraddirla, e così dalla nostra cucina l’aglio sparì. Poi andai in ospedale. Vicino a me unleggi »

Mi chiamo Maurizio, ma tutti mi chiamano Max. Mi piace firmarmi Xam. Ormai sono sei anni che non lavoro più. La mia vita ha assunto un ritmo piacevole. Vivo con mia mamma di novant’anni e la sua badante. Sarina. Bella, bellissima. Un fisico da pin up e un cervello daleggi »

Riconosco il suono del messaggio, è di Laura. In automatico, tocco la borsa: sì, gli spaghetti ci sono. Sorrido, come sempre, con lei e di lei. «Solito tram tram. Un po’ mi annoio, ma mi godo il dolce far niente.» Laura parla così. Riesce persino a saltare di palla inleggi »

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita. Anche l’uomo pareva crederci. Ileggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »

Dai viaggi si torna con un po’ di tutto. Dai viaggi torno con quel cibo che credo di non trovare sotto casa. Ci sono, nella mia dispensa, spezie, buste di minestre liofilizzate, ogni tipo di marmellata, di miele, di salse. Bustine di tè e di tisane. E ancora sottaceti eleggi »

L’UOMO DEI SORRISI   L’uomo dietro il bancone spariva tra la sedia imbottita e lo schermo del computer. Di lui si vedevano solo parti arrotondate: un viso ampio, a luna piena, le guance arrossate, un sorriso lieve, due occhi a palla. Le braccia nude spuntavano da una maglietta troppo strettaleggi »

L’UOMO DEI NUMERI Il corridoio stretto porta a una grande sala. Un uomo è fermo a fianco di un distributore di numeri per regolamentare le code. La divisa grigio-verde è inamidata, un grande trapezio che evidenza la pancia. Lui ha la pelle bianca, le unghie ben curate, i capelli radi,leggi »

ROBI SECCHI Lei diceva a tutti che era perché era stata operata d’ulcera. Nessuno se la poteva dimenticare, quell’operazione. Ospedale di provincia, nel paese dei suoi avi, anzi, il suo, visto che era nata lì anche lei, benché fosse arrivata a Milano a vent’anni. Ma in quella provincia il grandeleggi »

 FINOCCHI «Pinocchio al porno! Buono! Pinocchio al porno»! Ti conosco da una vita e ora stiamo mangiando insieme. È bello pranzare con te, Ariel. Sorridi e guardi e sorridi e guardi. «Come fare lei signora! Pinocchio al porno!» Parli e le parole che dici sono sempre intervallate da punti esclamativileggi »