La drama sono io [4] di Raffaele Rutigliano

Autoritratto, di Raffaele Rutigliano
Autoritratto, di Raffaele Rutigliano

25 MARZO 2016

A Napoli solo Dio sa quanta pastiera devi ingurgitare per rimostranze di cortesia, ché se dici: “No, grazie!”, si offendono pure. E adda fà chesta crianza; adda tené chistu penziero.
E ogni anno, puntualmente (per me il secondo a Napoli), ci si ritrova a girare per il Centro Direzionale con la panza chiena e le scarpe consumate per l’avanti e indietro sul viale centrale. Ho visto pure in tribunale entrare una guantiera di dolci pasquali, che il giudice di pace ha fatto pace anche lui col cervello e la panza. “Oggi tutti assolti!” Ha urlato dall’aula. Ed ecco, usciti per strada: avvocati, rei confessi, assassini, ladri, politici, separati, accoltellati, musulmani, cristiani, cattolici, tutti a ballare con il casatiello in mano sulle note di una tarantella. La cosa bella è che a Napoli non si fanno differenze, almeno io non le vedo, quando c’è festa a Napoli, tutta Napoli è in festa, come quando vinse lo scudetto con Maradona. Che tempi, ma anche ora, anche se tutto è cambiato, a Napoli si festeggia per ogni cosa, per un nome, per un santo, anche se non il proprio, per tutto il paradiso in terra che è Napoli. A Napoli si vive una volta sola, due non sono troppe, ma la prima è ‘na festa.
E quindi con questa mia, auguro a tutti, napoletani e non, i miei  migliori auguri di buone feste, a chi se la passa male, evvenite pure voi a festeggiare, ai malati, a tutti quanni abitano sott’o Vesuvio, chi di lato, chi annanz, che Napoli è a cchiu bella città do munno terraqueo.

© Raffaele Rutigliano, 2016

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