Il n’y a pas de châteaux en Espagne di Paola Vallatta

«Sancho, vedi anche tu quel che vegg’io?» urlò il Don alla volta dello scudiero.
Sancho sollevò lo sguardo da terra e scrutò l’orizzonte: una struttura piramidale si stagliava a qualche miglio di distanza.
«Sì, Quijote, una piramide.»
«Ma di che piramide vai cianciando, vile, quello ha da essere il castello in cui è rinchiusa Dulcinea. Corriamo a liberarla.»
E, senza attendere risposta, Quijote partì lancia in resta.
Sancho diede uno stanco colpo di staffe nel ventre del mulo: il Don era già una nuvola e la polvere celava la vista.
Giunto alla meta, Quijote colpì il castello e re, regina e un numero imprecisato di fanti lo travolsero.
Tra loro nessuna fantesca, ma un mucchio di dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due e assi.

©Paola Vallatta, 2019

Paola Vallatta nasce a Milano e rinasce, quasi 35 anni dopo, a Parigi. Giornalista per sbaglio, viaggiatrice per passione, adora cantare a squarciagola, con risultati spesso discutibili. Da 23 anni divide la sua vita parigina con l’umano Carlito, da cinque pure con il gatto d’Artagnan e da meno di due con la gatta Olivia.
Collabora con testate italiane e francesi e al suo attivo ha la pubblicazione di diverse guide turistiche e la raccolta di racconti Mustang lento (2003).

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