I tre di Maddalena Filippi

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio.

Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazione della vita e di ciò che vede, anche se l’immagine è la stessa.

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I tre camminano veloci sul marciapiede ancora bagnato dal temporale di inizio estate. Gli ombrelli chiusi, il passo sicuro, la bambina, tra i due adulti, che saltella tra una pozzanghera e l’altra. Vorrebbe buttarsi dentro tutte quelle che incontra, asciugarle a suon di salti, schizzi e pedate come fa di solito con i suoi fratelli, ma quei due che la tengono stretta non si fermano un attimo. La bimba è stanca: le sue gambette corte faticano a stare dietro alla camminata veloce che le impongono i due. Forse non dovevo seguirli, si dice tra sé e sé. Forse era meglio se rimanevo in coda all’altalena mentre la mamma portava Marta a fare pipì dietro un albero. Eppure era così bella quella bambola che l’uomo aveva tirato fuori dal sacchetto che teneva in mano: rosea e paffuta, bionda come lei, con un delizioso vestitino a quadretti bianchi e rosa, proprio come quello della sua amichetta Alessia. La vuoi? Le aveva chiesto. Te la presto per giocare, ma devi venire con noi perché se no la vedono anche le altre bambine e poi te la rubano.

Così si erano allontanati e il temporale li aveva sorpresi in mezzo alla via: che corsa per ripararsi dentro un portone dove finalmente aveva potuto abbracciare la bambola e coccolarla, perché era molto spaventata dai tuoni. Finita la pioggia però l’uomo se l’era ripresa e l’aveva rimessa malamente nel sacchetto. A casa nostra ce ne sono altre, se vieni con noi puoi giocare con tutte quelle che vuoi. E così ora stava trottando con fatica tra loro. La donna fino a quello momento non ha mai aperto bocca, ma non le stacca gli occhi di dosso; ha uno sguardo febbrile e famelico, gli occhi lucidi, pieni di desiderio e di paura. A un tratto strappa il sacchetto dalle mani di lui, lo da alla bambina e le grida di scappare, di tornare ai giardini dalla mamma. Poi si butta sull’uomo e incomincia a tempestarlo di pugni e morsi mentre i passanti interdetti chiamano il pronto intervento.

Ma tutto questo la bambina non lo vede già più: seduta in un angolo, culla la sua bambola stringendola forte.

©Maddalena Filippi, 2019

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