I ricordi fanno male di Paola Vallatta

Giovanna andava al mercato. Come tutti i giovedì. E, come tutti i giovedì, si era fermata alla bancarella dei lupini. Le piacevano i lupini. Da quando era piccola. Le piaceva sbucciarli con i denti, succhiarne l’interno, stringerne la polpa. (C’era stato un periodo in cui di lupini non se n’era visto manco mezzo. Né lupini né pane bianco. Né cibo decente. Né, dopo un po’, papà. Era venuto a prenderlo un tale, con uno strano cappello. E con una camicia nera. Chissà dove lo aveva portato. Chissà).
Alla bancarella dei lupini non c’era il solito ragazzo. Non questo giovedì.
C’era un vecchio, invece. Vecchio vecchio. E brutto. Giovanna l’aveva guardato. E riconosciuto.
Così s’era scordata di comprare i lupini. Era andata via, confusa. Con la bocca piena d’amaro. Ma il giovedì successivo era tornata. Inesorabile come ogni giovedì.
E come il coltello che Giovanna aveva messo nella borsa. Il vecchio era lì. Perché anche al destino accade di essere inesorabile.
Come la lama che, precisamente quel giovedì, colpì precisamente quel venditore di lupini. Precisamente in camicia nera.

©Paola Vallatta, 2020

Paola Vallatta nasce a Milano e rinasce, quasi 35 anni dopo, a Parigi. Giornalista per sbaglio, viaggiatrice per passione, adora cantare a squarciagola, con risultati spesso discutibili. Da 23 anni divide la sua vita parigina con l’umano Carlito, da cinque pure con il gatto d’Artagnan e da meno di due con la gatta Olivia.
Collabora con testate italiane e francesi e al suo attivo ha la pubblicazione di diverse guide turistiche e la raccolta di racconti Mustang lento (2003).

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