Hangover [13]

 

© foto estratta da Pinterest

SA’ KE C’È?

La questione è complicata. Giulia ama Giulio che ama Giuliana che ama Giulia. Sì, la prima che ho detto. Forse a Giulio sono sempre piaciute le donne un poco maschie, a Giulia i maschi un poco donne. A Giuliana le donne e basta. Si conoscono fin da ragazzini e si sono sempre voluti bene così, due a due ma dispari. Poi hanno continuato ad amarsi allo stesso modo e alla fine si sono anche odiati per via degli ormoni. Non è facile tenerli a bada. Giulia non può sopportare che Giulio guardi Giuliana in quel modo. E Giulio spasima quando si accorge che Giuliana cerca il piede di Giulia sotto al tavolo invece del suo.

È un triangolo che ha tutte le punte rotte. Un triangolo che prima era triste e poi si è arrabbiato. Giulio non può condividere qualcosa con Giuliana – una foto, un video, l’invito a una mostra – che quella per farsi bella subito la gira a Giulia. Che naturalmente la passa a Giulio. È un boomerang. E lui si incazza.

Tutto quel livore: un disastro che solo una cosa riesce a tenere a bada. Un unico elemento che li unisce e li calma: il pesce crudo e freddo. Gli amanti del sushi davanti al sushi smettono di amarsi e ritrovano la calma. Si passano il wasabi con gentilezza e senza secondi fini. Grazie, prego. No, prima tu, ma ti pare.

E in quel momento beato non importa più chi guarda chi, e come.

Il posto è sempre lo stesso, un pochino in periferia. Si chiama Sakura. Per sottolineare l’effetto benefico che ha su quella non-unione, uno di loro ha cominciato a chiamarlo Sikura ma ormai non si ricordano più chi sia stato così brillante da trovare quel nome. Ovviamente Giulia pensa che sia stato Giulio e lui che sia stata Giuliana e lei che sia stata Giulia. Ma non importa.

Sono anni che si ritrovano lì, non hanno mai smesso di andarci. È sempre il primo sabato del mese alle 21 in punto. Solo una volta hanno saltato, ed è stato il mese prima. Non fa niente, di sicuro Lying avrà lasciato loro il solito tavolo, quello più vicino alla cucina e alla vasca delle carpe. È una ragazzina premurosa. Anche se Giulia dice che non è una ragazzina, avrà più o meno trenta anni come loro. Ma no, Giulio è convinto che sia più vecchia perché una volta Giuliana ha detto “ne avrà una quarantina”. Non può sapere che lei a guardarla meglio ha cambiato idea e adesso la pensa come Giulia. Ma è un dettaglio.

È da lunedì che pregustano la luce ambrata del locale e il profumo del tempura. E poi naturalmente il sake. L’alcol caldo viene servito a tavola a fine pasto, quasi con timidezza, come a volersi scusare per una bevanda così povera. Piace tanto a tutti e tre.

Forse si ricordano di quando venti anni prima hanno rubato alla nonna di Giulio il maraschino con cui per carnevale preparava le castagnole e sono andati a smaltire la sbornia in soffitta, in mezzo alla cacca dei piccioni. E in mezzo alla cacca hanno giurato di non lasciarsi più. Si, ma chi? Chi non deve lasciare chi?

“Semplice” aveva detto Giuliana con la consueta saggezza “qui nessuno lascia nessuno”.

“E nessuno sta con nessuno, però, cazzo.” Aveva puntualizzato Giulio mangiandosela con gli occhi, in quel modo che a Giulia faceva rivoltare lo stomaco.

Comunque già da bambino aveva ragione lui: è un disastro. Durante la settimana ognuno ha la propria vita, si odiano e si amano a distanza. E comunque c’è il gruppo di whatsapp a tenere viva la tensione e dare motivi per cui sclerare. Ognuno può dare di matto andando a controllare se l’amato è collegato per proprio conto, e se anche il nemico c’è. Non è servito togliere la spunta e l’orario, il gruppo è silenzioso ma continuano a vedersi on line. E due più due fa sempre quattro. Cioè tre, loro tre.

Poi arriva il giapponese del primo sabato del mese, e la pace. Il sake li intorpidisce e ne bevono tanto. Lying, premurosa, appena finiscono una teiera ne porta un’altra. Poi una ancora.

“Sake, c’è” dice nel suo italiano semplice, comparendo dalla porta della cucina con la bevanda.

E allora svaniscono i malumori, le gelosie, le ripicche. Sparisce il dolore. Tornano via in taxi, così come sono venuti, sanno che non si potranno reggere sulle gambe per via del distillato di riso. E che a casa ognuno si amerà da solo.

Anche stasera sono arrivati così, in perfetta sincronia.

Pare un film di Sergio Leone, manca solo la musica in sottofondo. Loro tre sono lì, con il loro amore impossibile e disperato, tutti a tre a gambe un poco aperte e le mani in tasca.

L’atmosfera è strana. La luna in cielo sembra galleggiare, pare che a volerla prendere a calci potrebbe finire chissà dove.

Giulia sa che Giulio sta pensando che qualcosa sta per cambiare. Anche Giulio sa di Giuliana la stessa cosa, e lei di Giulia.

Guardano la nuova insegna. Trattoria umbra Da Lea, c’è scritto. Specialità al tartufo.

“Sa’ ke c’è?” dicono insieme ridendo. Ed entrano.

© Roberta Lepri, 2017


Roberta Lepri è tra gli autori dell’antologia “IN VIAGGIO” (collana Sdiario, Edizioni del Gattaccio).
Per acquistarlo potete scrivere a: info@edizionidelgattaccio.it
Buona lettura!

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