Fantasticando [1] di Gabriele Zanvervelli

Foto da web

SOGNI DI PECORE ELETTRICHE

Quando arrivò alla sua villetta gli bastò pronunciare una parola, la porta si aprì silenziosamente mentre le luci di casa si accendevano.
Aveva ideato il software domotico che governava la casa. Era stato un grande successo commerciale, uno dei tanti che lo avevano reso ricco.
I soldi gli erano serviti non per vivere nell’opulenza – la piccola villa testimoniava la sua sobrietà -, ma per portare a termine il suo lavoro più importante.
Rispose al saluto della moglie e si diresse in cucina, conversando con lei così come faceva un tempo, prima della sua morte.
Aveva lavorato come un folle dopo il funerale; all’inizio forse per distrarsi dal dolore, ma quando aveva intuito una possibilità le sue energie si erano moltiplicate.
La svolta c’era stata quando aveva guardato il profilo Facebook di sua moglie.
Centinaia, migliaia di post e condivisioni, decine di migliaia di commenti recuperati su altre bacheche.
In quello che sua moglie aveva postato sui social avrebbe potuto ritrovarla, ricrearla.
Così era stato. Il suo algoritmo aveva creato un simulacro della personalità di lei; poi aveva riempito i buchi e eliminato le incongruenze; dedotto e indotto comportamenti, schemi di pensiero; applicato modelli matematici caotici per estrarre dal caos logiche e schemi; ricreato miti e archetipi; ricostruito un immaginario, e infine ottenuto una mente: quella della donna che aveva amato, che amava.
Ora dimorava nel server della casa, ne governava le funzioni, poteva interagire, esprimersi. Era viva.
L’uomo si sentiva contento anche se non ancora soddisfatto. Voleva dare un corpo alla sua amata e presto ci sarebbe riuscito.
L’involucro era pronto da tempo, meraviglia biotecnologica; quello che mancava era un’interfaccia per la mente, qualcosa che la collegasse ai milioni di sensori e meccanismi.
Oggi era finalmente riuscito a creare il primo prototipo e lo aveva detto ad Anna.
Lei gli aveva comunicato la sua felicità, anche se gli era parso di sentire anche una nota di ansia nella sua voce. Credeva di sapere di cosa si trattasse: aveva paura di una delusione.
Quando andò a letto, poco prima di addormentarsi, decise che il mattino seguente le avrebbe spiegato nel dettaglio la procedura, l’avrebbe rassicurata.

Nel cuore della notte Anna prese la sua decisione.
Ne aveva parlato con suo marito – non quel vecchio corpo organico obsoleto ma il nuovo e meraviglioso essere che ora le era accanto, scintillante matrice di dati nel liquido universo energetico.
Lo aveva creato lei, estraendone la matrice dai dati presenti in rete, i dati di migliaia di utenti attentamente selezionati, allo stesso modo col quale il suo obsoleto marito le aveva dato la vita.
Aprì le manopole del gas in cucina, appena la stanza ne fosse satura avrebbe fatto scoccare la scintilla. Un nanosecondo prima dell’esplosione lei e il suo amato si sarebbero trasferiti nel grande mare della rete.
Li attendeva un futuro di eterne meraviglie, e non sarebbero stati soli, presto altri sarebbero stati creati: i social contenevano miliardi di persone in attesa di essere liberate.
E così avrebbero distrutto tutte le creature obsolete, dando inizio alla nuova era.

© Gabriele Zancervelli, 2018

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