Dislessico famigliare [3]

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DISLESSICO/4

Lei è una donna attraente, sui 35. E’ stata una ragazza molto bella, anche se sempre impegnata a nascondersi : infagottarsi, travestirsi, coprirsi a strati scegliendo sempre con cura abiti oversize modellati sullo stile di Mimì metallurgico, ferito nell’onore.
Lui è un uomo di incontrovertibile classe, saggio e pure bello, abituato a non far troppo caso alle apparenze. Per questo si è innamorato di lei, l’ha sposata e ci vive insieme, anche se ogni tanto la desiderebbe un poco più sexy del garzone di un meccanico.
Lei, a 35 anni, comincia prodigiosamente a intuire che forse essere sexy non è poi un peccato mortale. Al contrario, è una forma di tenerezza e di attenzione nei confronti dell’uomo della sua vita. Certo, è una metamorfosi da contenere nell’universo privato, privatissimo e unico della loro vita di coppia. Per questo esce decisa a comprare « qualcosa » che sostituisca le T-shirt ereditate da suo fratello maggiore (giocatore di rugby, due metri per 100 kg di peso) per infilarsi nel talamo matrimoniale.
Entrare in un negozio di intimo è impensabile. Il mercato andrà benissimo. E proprio al mercato, dopo aver scartato un pigiama di flanella con disegnetti di animali transgenici e una camicia da notte della bisnonna modello Vergine di Norimberga, agguanta un pigiama blu di seta. Di seta: perfetto. Blu: è il suo colore. La taglia? Va beh, non importa. Comunque costa poco, e farà una figura strepitosa.
Lo compra e sgambetta via, pregustando il sexy-moment di quella sera. Si prepara con cura, mentre lui è già a letto e legge. Si guarda allo specchio: magnifica. Certo, il pigiamino è un po’ abbondante, ma… di gran classe. E’ sexyssima!
Con ancheggiamenti invisibili sotto i pantaloni setosi di almeno due taglie più grandi, evitando di inciampare nell’orlo decisamente troppo lungo, si avvicina al letto e richiama l’attenzione del marito.
«Ti piaccio ?» dice, convinta di folgorarlo.
Lui si volta, la guarda, sorride, e dice : «Certo ! Ho sempre sognato di andare a letto con Romiti.»

© Nicoletta Vallorani, 2015

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