Special Guest

Dino voleva sostare, vivere la pausa che occorre quando la bellezza decide di accadere.Voleva che assieme ai suoi passi si fermassero anche quelli del tempo, un arresto improvviso di tutti gli istanti. Perché così sarebbe stato possibile trattenere negli occhi il miracolo muto delle cose semplici, quello che dice tuttoleggi »

Nella poesia ci si inciampa, così, per un dispetto del destino. Tu cammini, fai le cose che devi, appoggi i piedi come d’abitudine, uno dopo l’altro.Fai attenzione al passo, che schivi le buche e scelga l’asfalto sicuro. Potrebbe procedere tutto bene, nella sonnolenta normalità del giorno qualunque, senza sbandamento, vertigine né cadutaleggi »

Quali sono gli elementi che caratterizzano il TUO linguaggio poetico? Amo la poesia quando rompe gli argini tipici e dilaga nel quotidiano e negli ambiti più prosaici del reale: per cui, come con le tematiche, anche con il linguaggio poetico mi piace spaziare, attingendo a tutti i serbatoi della lingua.leggi »

Ho conosciuto Chiara Nobilia l’11 novembre 2017 a Lucca. Eravamo entrambe finaliste al Contropremio Carver nella sezione poesia e poteva finire lì. Invece siamo diventate amiche: di penna e della passione per le parole che supera le distanze geografiche e si fa curiosità attenta e vicinanza sensibile. Credo che condividereleggi »

Provate a immaginare più di millequattrocento disegni che scivolano su un tappeto sonoro di gran classe, tessuto di Andrea Martignoni, e tanta, sconfinata poesia. Provate a immaginare il sogno che si veste di forme e di colori che portano addosso la memoria della carta. Non è semplice, serve un grandeleggi »

Cosa ha rappresentato per te l’esperienza del piccolo museo della Poesia a Piacenza? Il museo, avamposto di un manipolo di idealisti di cui mi glorio di far parte, è una parte molto importante della mia vita, soprattutto in questi giorni in cui siamo a rischio chiusura per mancanza di fondileggi »

Le storie oltre il cancello Il vialetto della vergogna esiste ancora: pochi metri fra il trafficato viale Repubblica e i cancelli che si aprono sulla severa struttura neoclassica del manicomio di Voghera. Lo chiamavano così perché era una vergogna percorrerlo: significava avere parenti rinchiusi lì dentro. Inaugurato il 1° dicembreleggi »