Corteggiamenti [16] di Alessandro Morbidelli

Tippi Hedren, protagonista di Margie e Birds di Alfred Hitchcock
Tippi Hedren, protagonista di Margie e Birds di Alfred Hitchcock

Hatch cock (o del covare l’amore sul divano)

Davvero, non credo sia stata colpa mia. Si può usare un plaid rosso il quattordici di agosto? E, poi, si può guardare un film dei Bellissimi di Rete 4 con tanto di Sean Connery giovane e bello e credere di farla franca? Ma soprattutto, e molla la presa, no? Che poi, se tu mi avessi detto, cara Lavinia, che tua madre, dopo essere uscita con le amiche, sarebbe tornata non tanto tardi, avrei calcolato meglio i tempi. Invece ti ho proposto persino di farci una doccia insieme. «Sei matto!» mi hai detto, «Se la mamma ci scopre, sono guai grossi! Vuoi finire ammazzato mentre fai la doccia?»
Non ho dato peso alle tue parole. È paura dell’amore, ho pensato.
Invece lei rientra e accende la luce del salotto. Noi siamo seduti sul divano, aritmeticamente composti, manco guidassimo un bus, io a sinistra e tu a destra, davanti alla tv. Abbiamo il plaid sopra alle gambe, ci copre pure lo stomaco. A me poi copre la mano destra e, soprattutto, a te copre la sinistra. Sudo come un cammello. Tu pure, ma non è solo sudore. Diciamo che coviamo l’amore.
«Alfred Hichcock, questo film è eccezionale…» dice tua madre con voce gelida e distaccata. Poi si accosta al divano, sfiora la poltrona. Si siede davanti a noi e accavalla le gambe. Te l’ho mai detto che tua madre ha un non so che di Sharon Stone? Tuo padre deve essersela svignata per paura dei punteruoli.
Comunque si piazza lì, con lo sguardo fisso alla tv.
«Oh, caro. Spegni la luce, così si vede meglio…» mi dice indicandomi l’interruttore con un cenno della mano. Ma tu niente, proprio non molli la presa, così quando mi allungo verso il pulsantone mi si mozza il respiro in gola. Ma sono un tipo tosto, io, e resisto. A luce spenta ritraggo la mano, tu invece sei impietrita e manco ti vedo.
Passano due minuti, tua madre vede la bottiglia del thè alla pesca sul tavolo, vicino a me.
«Caro, mi passeresti la bottiglia?» mi chiede con voce ferma. E il tavolo è proprio sotto l’interruttore e la bottiglia ancor più scomoda da pigliare. Così mi slungo, ma non ci arrivo, caracollo indietro e invoco Sant’Iddio. Mi slancio di nuovo e afferro il collo. Stringo forte e pure tu, mannaggia a te, che proprio la presa non vuoi mollare. Torno indietro e le passo la bottiglia. Sento uno strappo alla mia dignità.
«Anche il bicchiere, grazie…» dice lei, così distaccata, con lo sguardo su Sean Connery che con uno schiocco di dita denuda la bionda.
Bella pure lei, in tivvù. Tua madre riaccavalla le gambe. Cerco il bicchiere che è lì, proprio vicino a dove stava la bottiglia, sopra il tavolo, sotto l’interruttore. E tu non molli la presa.
Mi slancio verso il bicchiere, ma tua madre si alza.
«Certo che sei goffo, eh? Alzati un attimo, no?» mi dice con voce glaciale.
Tu stringi, manco fossi appesa alla manopola che sporge sugli abissi del mondo e dovessi, per forza di cose, dare gas per impennare.
«E poi avrete caldo con questo plaid, toglietelo!» e mentre lo dice afferra il lembo e scopre tutto.
Tu stringi ancora. E rigiri. La frittata.
Davanti allo schermo passa un fuoco d’artificio. Che poi torna giù.
Tua madre accende la luce, guarda il rosso del plaid con sopra quel segno. No, non è un sogno.
E tutto precipita.
Io che salto il divano, mentre lei urla con terrificante voce da bambina. Tu che ripeti «Perché non mi vuoi bene mamma?» singhiozzando. Io che scatto verso l’uscita maledicendo la cerniera, lei che mi insegue con la scarpa in mano. Tu che ripeti « Mi sono sempre chiesta perché non mi vuoi bene…»
Io che prendo le scale, la scarpa che vola e mi piglia. Tu, a questo punto, di quel che fai non mi frega.
Io che ruzzolo giù…
Così inizia la mia seconda parte d’estate. Seduto con la gamba sinistra ingessata. Recluso in camera mia. Per fortuna mi hai regalato un binocolo. Ci spio la gente e te che stai in spiaggia. Ti vedo, sai, che parli con Carlo. E poi spero proprio che quello stormo di gabbiani ti faccia la cacca su quel plaid, che oggi ti sei portata. Proprio quel plaid. Però, accidenti, sono proprio tanti, quei gabbiani…

© Alessandro Morbidelli

ps: Alessandro Morbidelli sarà ospite questa sera del buffet letterario Non di solo pane.

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1 commento

  1. Bravo Alessandro

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