Cani e padroni di cani [13] di Sandra Giammarruto

Dosi minime

Rientro camminando sul lato destra della strada. Un tempo era la via degli internet point, dei profumi speziati, dei ristoranti senegalesi, delle Nancy bionde tinte e a mano tesa, dei negozi di tutto il mondo. In quegli anni, per vivere, vendevo la storia dell’uomo delle montagne nere del Dakota, nel mio quadrato affittato di metropolitana. Con la chitarra in spalla, la vita scorreva, la gente attorno non mi vedeva.
Oggi, proseguo veloce verso casa, attenta a chi cavalca, a chi azzanna, a chi ti vuol pisciare addosso, a chi ha la rabbia, a chi ha fame, a chi ti annusa e vuole accoppiarsi.
Canto ancora e sopravvivo. Il microfono lo afferro con la mia zampa di gallina.
Alzo lo sguardo. C’ è una Nancy dall’altra parte della strada, chioma bianca con striature grigio argento. La sua gamba destra è una coscia di pollo ferita.
Un gheppio le è piombato addosso. Sta cercando di staccarle un pezzo di carne. Vattene via bastardo di un pennuto, con questa ci vivo!
Le Nancy di oggi non lavorano più. Sono finite in strada dopo esperimenti andati male.
Le strappo di dosso il gheppio e lei mi regala una piuma. Vende un pezzo di pollo al giorno per sopravvivere. Certe volte, vorrebbe mangiarlo, ma ha troppa paura di arrivare all’osso. Quando posso, le regalo un po’ di steroidi.
Riprendo la via di casa e penso a quando è iniziato tutto questo. Dieci anni fa, in televisione, intervistavano i soldati sottoposti a mutazioni genetiche e diventati invincibili. Quando il petrolio è terminato, le guerre sono finite, le mutazioni genetiche sono state applicate in altri campi. Ci dissero che per sopravvivere saremmo dovuti diventare più competitivi sul lavoro. Le mutazioni, però, non erano uguali per tutti. Chi aveva meno soldi aveva meno garanzie sul risultato finale.
I ricchi sono diventati leoni, tigri, iene, squali. Il mio braccio è una zampa di gallina. La gamba di Nancy una coscia di pollo, il fruttivendolo sotto casa ha per piedi due tonni e spara ai gatti.
Il mercato, crollato anni prima, si è rigenerato. Le multinazionali di antipulci e antizecche, con a capo manager leoni, tigri, squali e iene, fanno affari d’oro. Le farmacie sono strutture blindate all’interno delle banche.
Tutti assumiamo anabolizzanti, antibiotici, proteine e steroidi.
Oggi, nascondo il mio braccio. Lo stato manda a casa gli ispettori. Ci sono rigide norme igieniche da rispettare. Ai miei vicini hanno portato via il figlio perché aveva addosso una zecca. Il mio fidanzato si è ammazzato. La sua testa era diventata quella di un lupo. Una notte ha cercato di azzannarmi. Io lo amavo. Lui era depresso.
La natura è stata stravolta. Gli habitat naturali non esistono più. Gli animali hanno abbandonato i boschi e vivono in città. Solo a casa mi sento al sicuro.
Non trovo le chiavi. Saranno cadute mentre scacciavo il gheppio. Si avvicina Carmelo, il più povero del quartiere, troppo povero per potersi permettere una mutazione. Ho fame Sandra. Inizio a tremare. Carmelo ha un coltello. Stai calmo, salgo su e ti preparo qualcosa da mangiare. Dite tutti così. Zam! Un taglio netto al mio braccio. Sangue dappertutto. Perdo i sensi dopo l’arrivo dei corvi. Quando mi risveglio non ho più il braccio.
Alla fine, il sistema si è rigenerato. Ci sono i ricchi sempre più ricchi e senza scrupoli. Ci sono i poveri sempre più poveri.
Ho tanta fame. Ho vergogna di cantare senza un braccio e Nancy è lì, sul marciapiede, con la sua coscia di pollo…

 © Sandra Giammarruto

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