BUENA VISTA SOCIAL NETWORK
E ti ritrovi a scrutare le storie, di altri, attraverso lo schermo. Leggi i post che lasciano. Cerchi di capire, alla fine sei portato a credere che quelle persone le conosci per davvero (vorresti), ma nella tua vita non le hai neanche lontanamente incrociate. Sai anche che alcune di loro vivono a Roma, altre fuori, altre lontanissimo, ma non le hai mai vissute. Mai odorato la loro pelle, mai letto le loro labbra, mai fatto l’amore. Vorrei farci l’amore, ma ciò non basta.
L’autostima non è sufficiente, ma ho occhi grandi per guardare dentro e fuori di me. Loro, non hanno i miei occhi, loro guardano e basta, no, osservano, ma solo le loro mani.
Non mandano segnali
Non seguono i segnali.
Non apprezzano, non ridono, non soggiacciono con le loro paure, non sanno come affrontarle. Le paure devi conoscerle per poterle annullare. Non vanno via, ci sono.
Scivolano sulla pelle lentamente.
Potrei fare tanto per tutte loro…, non mi vedono, o forse non ho la capacità di mostrarmi loro.
“Il grande soffocamento di questo mondo globale…”, dicono alcune.
Io ne sono testimone, non certo l’artefice, neanche contribuendo con la presenza seppur scomoda o non gradita della mia persona. Lo spazio c’è, e fin quando non verrà sottratto dal buio, il mio angolino ci sarà sempre, e io lì a guardarle tutte. Purché non varchi il limite loro e mio. Altrimenti mi darebbero dello stalker.
[Lo stalker è colui che persegue un individuo in ogni maniera e oltre i limiti consentiti dalla moralità.]
No, non sono uno stalker, non vorrei esserlo. Ossessionato dalle labbra carnose di una, dalle gambe sottili dell’altra, dal fascino spigoloso e spento dell’altra ancora.
C’è quella sposata, quella tornata single, la ninfomane, la desiderosa, la vaporosa, l’immobile, la sognatrice, la vecchia, la critica, la snodata, l’impressionatrice, la gelosa, la moglie, la vittima, la cinofila, la modella, la grassona, la magrona, la ona, la Lina, la Tina, la Pina, la gnappa, la sarda, la meridionale veneta, la Svizzera, la bellissima, la superstar, la filosofa, la multipla.
Le amo tutte.
Non potrei fare a meno di nessuna di loro, non potrei non osservarle, fanno parte di me e io di loro.
Ogni tanto seleziono un “mipiace”, poi aggiungo una risata: un AH ripetuto all’infinito.
Le icone aiutano: chi le usa per chiudere un discorso, io, per restare loro vicino.
Una tipa dice di non riuscire a trovare un compagno.
Ci sarei io.
Non posso dirglielo, deve capirlo da sola.
Le mando segnali, non mi conosce abbastanza. Io sì. Ho capito tutto di lei.
Il tavolo in disordine, il luogo, il pasto della sua più grande ossessione.
Ne so di tutte.
Io, i loro post li leggo.
Loro i miei no.
Perché non sanno vedere. Vedono solo la punta delle scarpe, se tonda, se dritta, se a piramide, se aperta. Insomma, devono essere delle gran belle scarpe, altrimenti il senso estetico non susciterebbe il desiderio di baciare quei piedi, di coccolarli.
I loro piedi sono i miei. Perché perfetti. Tutte le mie donne hanno piedi perfetti.
I miei non hanno sesso, non danno né di destro né di sinistro, sono antiestetici.
Il sesso dei piedi lo si fa con i piedi. Si mettono i piedi dell’uno contro i piedi dell’altro e li si fanno sfregare, poi, quando il sudore di entrambi si mischia quasi a compattarsi, i piedi si fanno scivolare lungo tutto il corpo dell’altro. Lo si fa anche per terra, l’importante che il pavimento sia pulito.
I miei post parlano di tutto, si va dal testo stupido a quello forbito, sino alle delucidazioni su questioni amorose.
Ogni post testa le persone che mi interessano. Ho tra le amicizie solo persone che mi interessano. Le altre, quelle che non mi interessano, non sono mie amiche.
Tutte le mie amicizie sanno quando sono nato, dove vivo e cosa faccio nella vita. È scritto sulla pagina delle info personali.
Ho anche il numero di telefono visibile solo alle mie amicizie.
Per cui, se un’amica vorrà contattarmi, potrà farlo, ma solo se si accorgerà di me, o per lo meno dei miei post inutili.
© Raffaele Rutigliano, 2015
Comments.
viv
l’uomo che amava le donne (cit)