Amori di merda [23]

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KARMA CHAMELEON

Mississipi 1870
Il senso di questa storia è il deserto d’amore nei suoi occhi.
Non chiedetene spiegazioni, vi direbbe che sono un uomo senza convinzione, un uomo che non sa come vendere una contraddizione. Accade che l’amore giunga e se ne vada. Tutto qui.
Il destino è mutevole, ciò che arriva riparte. L’amore sarebbe facile se i suoi colori fossero come i miei sogni: rossi, oro e verdi.
Parole perfide da chi era così dolce, sentir dire che il mio amore non esisteva, era solo una forma di dipendenza. Anche quando ci tenevamo stretti, non era un abbraccio ma una catena.
E così te ne vai. E lo hai dichiarato: quando lo fai è per sempre.
Ogni giorno adesso è come sopravvivere, credetemi: non c’era rivalità, per quanto mi riguarda. Solo amore.
Ok, ha ragione, lo ammetto: sono un uomo senza convinzione, che non sa come vendere una contraddizione. Ecco perché l’amore che avevo trovato se n’è andato.

Adesso, a distanza di trentacinque anni, per caso, aprendo su youtube in cerca di non so che cosa, ritrovo Boy George, così simile a Liz Taylor. E tutto insieme, parola dopo parola, a cascata, ricordo.
Che quel ragazzo strano dagli occhi viola con le treccine colorate che tutti volevamo, ora è un vecchio barbone e vive di espedienti al mercato delle pulci di Londra, mentre io ho lo stesso entusiasmo di allora ma mani diverse e zampe di gallina che mi razzolano intorno agli occhi, intanto che mio figlio è più vecchio di come ero io mentre il destino era mutevole e quella canzone mi raccontava la verità che sarebbe accaduta. L’amore si trova e si perde. Ho chiaro davanti agli occhi ciò che il motivetto diceva e non capivo. C’era dentro tutto il cambiamento e la perdita e questa continua rincorsa per cercare di essere felice, felice come, felice quando, felice quanto, felice perché. Qualcosa che non esiste e quando esiste è costretta a bruciare per rinascere, felice- Fenice. L’assonanza è chiarissima.
Rotolano, sono rotolate, anche le vite degli altri, mutevoli tutte. Anche quelli che sono stati il mio altalenante destino sono rotolati, e gli altri, più numerosi, a cui ho fatto girare la giostra e gli umori. Anche qui, umori- amori- tumori. Tutto torna. Sono morta, siete morti, siamo morti, e tutti insieme siamo rinati, ogni tanto. Ma sempre più di rado. Il tempo prima accelera e poi di colpo si ferma: stop. Non puoi più ballare senza essere ridicolo, né scambiarti baci in mezzo alla strada, andare in discoteca o sullo skate. Se lo fai, sei soltanto uno stravagante nella massa. Uno. Solo.
E stai barando, giochi contro Cronos, stai derubando altri dell’attenzione del mondo. Potresti anche sembrare un vincitore. Ma attenzione a essere smascherato. Ti mettono sul pennone della nave, lungo il Mississipi della vita, e ti buttano di sotto.
Esattamente come nel filmato dei Culture Club su Youtube.

© Roberta Lepri, 2015

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