Aglio di Antonella Zanca

La donna dei miei sogni odiava l’aglio. Diceva di non digerirlo, era schifata dalla puzza.
Arricciava il naso e io restavo lì a guardarla, incantato: innamorato di ogni suo aspetto, non mi sognavo di contraddirla, e così dalla nostra cucina l’aglio sparì.
Poi andai in ospedale.
Vicino a me un uomo rude e scorbutico, volgare e irascibile, se la prendeva con tutti, urlava, bestemmiava, buttava fuori il suo dolore nel modo peggiore, e, soprattutto, puzzava d’aglio.
Puzzava così tanto che la donna dei miei sogni decise di non venire più a trovarmi, l’odore le faceva venire la nausea, e non riusciva a passarci sopra.
Ancora innamorato, sentii un leggero scricchiolio.
La donna dei miei sogni non mi amava abbastanza?
Scacciai quel pensiero e restai per giorni a letto, flebo e digiuno, in accordo coi medici che dovevano capire cosa mi fosse successo, dentro.
La notte, sognavo spaghetti aglio e olio e cicoria ripassata.
Prima di uscire, a problemi risolti, mi mandarono in un centro di riabilitazione, per un po’ di fisioterapia respiratoria. Alta Liguria, ulivi e bei panorami.
Lì, respiri e aliti si incrociavano.
Conobbi Betta, la responsabile del mio buon respiro.
Mi raccontò che le piaceva cucinare, ma ancor più, annusare; diceva che ognuno di noi ha la pelle con un profumo unico, una specie di marchio, che lei riconosceva le persone dall’odore e associava la cucina a loro.
Mi raccontò di un collega pachistano che profumava di curry, di una donna croata che aveva la fragranza del mirto, di un amico sardo che emanava effluvi al rosmarino e sui liguri si soffermava a lungo, per riconoscere le sfumature del basilico, che ogni zona aveva il suo.
Riusciva a raccontarmi tutto come se fossero scienza e storia. Antropologia dei profumi.
Intanto la donna dei miei sogni venne a trovarmi e mi disse che puzzavo. Le confessai che ci avevano dato le trenette col pesto e che in quei luoghi, all’interno della Liguria, era un sacrilegio parlare di pesto senz’aglio.
Sparì per tutto il tempo della rieducazione.
Il giorno delle dimissioni, Betta mi fece un complimento: «Tu profumi di tutto, sei riuscito a condensare i profumi del tuo mondo e quando mi respiri addosso pare che tu possa completarmi».
Mi regalò un piccolo contenitore: «È il pesto che faccio a casa mia, l’aglio lo colgo nel mio orto, il basilico pure, i pinoli andiamo a prenderli nel bosco tutte le estati. Solo il formaggio lo compro all’emporio, e l’olio è di mio cugino».
Aprii il coperchio e annusai: c’era tutta Betta, dentro lì.
Fu così che mi trovò la donna dei miei sogni, nel cortile del convalescenziario: con gli occhi chiusi e con un gran sorriso. Ma lei non se ne accorse, sentì solo l’odore dell’aglio e riuscì solo a dire: «Mi hai tradito».
Non era vero, ma era solo un dettaglio: la donna dei miei sogni non aveva essenza, non la riconoscevo.
Adagio, tornai all’interno della villa e aspettai.
Sentii il profumo di Betta da lontano e respirai forte.

©Antonella Zanca, 2020

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1 commento

  1. Siamo sicuri di conoscere la differenza tra odore e profumo? Questo racconto di Antonella Zanca, per esempio, profuma. E’ delicato e sottile, ma anche gustoso e corposo. Sa di buono.

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