Ogni cosa è un poeta [9] di Elena Mearini

© ph. E. Mearini

Mai calcare troppo forte
un nome sopra il foglio,
che poi resta traccia per
diverse pagine ancora.
L’ho imparato a mie spese,
cancellando te che
non sparivi mai.

Capita che il quaderno ci rimproveri per mancanza di cura. Parole scritte, ripensate, cancellate, riscritte e poi calpestate dai tratti rossi. Pagine piene di ferite, campi di battaglia per un quaderno che non  si è scelto la guerra. Dobbiamo prestare attenzione a ciò che scriviamo,  la parola scritta è una nascita, un respiro nuovo sopra la riga del foglio. La mano che la mette al mondo deve rispondere di lei, farsene carico. Non basta cancellarla con la gomma quando diventa scomoda, quando dice qualcosa che non ci va più di sentire, quando rimanda a un nome che vorremmo solo tacere. Il quaderno se la tiene nella memoria, ne conserva le tracce per pagine e pagine. Ci ripresenta la parola per non farci fuggire dal nostro dovere di madri e padri. Bisogna essere convinti, prima di mettere al mondo una parola. Che poi, dal momento in cui esiste, qualcosa cambia. Abbiamo un figlio in più.

© Elena Mearini, 2017

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