Gli involuti [6] di Anna Martinenghi

IL TEMPO DI UN CAFFE’

Il tempo di un caffè. Sono passate 18 automobili, di cui 14 in diverse sfumature di grigio.
I capelli di lei hanno continuato a crescere, più veloci di quelli di lui. È un bel vantaggio che i capelli crescano in silenzio: se così non fosse il mondo sarebbe un luogo molto rumoroso. Il respiro è rimasto regolare per un po’, poi si è fatto affannoso. Le pulsazioni sono salite ad entrambi. Non è facile essere lasciati, non è facile lasciare. Bisogna essere in due. Bisognava essere in due, fino in fondo, ma poi ci si è persi in io e io. Due io non fanno un mai un noi. La rassegnazione è fra le scapole, la rabbia nelle mandibole. Tornano a chiamarsi coi nomi di battesimo, dopo essere stati amore per un po’. Non è facile dire certe cose. La pelle si è fatta calda, il caffè freddo. Sarebbe meglio che i capelli urlassero, alle volte.
Chissà se si rivedranno, magari in centro, dopo essersi visti ininterrottamente per anni interi. A lui rimarranno certe cose di lei che non butterà e un giorno dirà a una nuova lei che quella gonna era di sua sorella, ed è rimasta lì nell’armadio. A lei rimarranno certe cose di lui che non butterà e un giorno dirà a un nuovo lui di prenderlo pure quel libro, che tanto non è nemmeno suo.
Lui le fissa le mani. Rivorrebbe l’anello. Lei non l’ha messo. Se lo terrà.
Lui ricorderà il nome del profumo di lei, lo riconoscerà addosso ad altri polsi, sobbalzando.
Lei si taglierà i capelli, anche quelli cresciuti quel pomeriggio, cambierà colore, cambierà borsa, scarpe, profumo. Cambieranno. Sono passate 27 automobili: 17 erano in varie sfumature di grigio, 4 erano nere, 3 bianche, 2 rosse e una verde. Il tempo di un caffè.

© Anna Martinenghi, 2016

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