25 aprile 2020 di Heiko H. Caimi

Eccoli lì, quei maledetti, quegli infami. Per il 25 aprile hanno aperto le fogne. Covid o non Covid, eccoli in piazza, pronti a manifestare. Tutti con le mascherine, come tante educande. Bastardi! Speravo tanto che si sarebbero contagiati tra loro. Loro, e i loro slogan del cazzo. Contromanifestazione, la chiamano. Pecore di merda, senza spina dorsale. Ma non dovevano cantare Bella ciao dai balconi, i codardi? Maledetti comunisti! Quest’anno le piazze dovevano essere nostre e invece ci tocca dividerle ancora con quelle zecche e con gli ANPI del cazzo. Partigiani: ieri assassini infami, oggi infami assassini. Scimmie ammaestrate che non sanno pensare con la loro testa, sempre pronte ad avvelenare il pozzo della Storia. Della nostra Storia, patriottica e fascista.

Li guardo con il grugno peggiore che mi esce. Io almeno uno lo meno, porca puttana: non li sopporto più i loro sorrisetti di superiorità, i sogghigni da mammolette. Glielo spacco, quel grugno. Loro e la fottuta festa dei morti, dei traditori, loro e la merdosa icona del Duce a testa in giù, loro e la memoria corrotta, violentata del nostro glorioso passato. Come se tutto quello che è venuto dopo il ’45 non fosse merda. Come se l’unico partigiano buono non fosse quello morto.

Ma io li cancello, noi li cancelliamo. Che cazzo vogliono qua? Quest’anno la piazza è nostra, quelli dovevano starsene rintanati nelle loro fogne. E ti pareva: eccoli lì, in mezzo a loro, i fottuti negri di merda che stanno infettando la nostra nazione, la nostra religione. Prima gli italiani, cazzo, anzi: l’Italia agli italiani! I miei camerata intonano “Faccetta nera”. Mi unisco al coro facendo anch’io il saluto fascista. Altri fanno sventolare le bandiere: quella italiana, quella di Forza Nuova, quella di Casa Pound, quella di Lealtà e Azione, quella degli Hammerskin, quella di Avanguardia Nazionale, quella di Comunione e Liberazione, della Lega, di Fratelli d’Italia e tante altre: tutti uniti per un fronte comune. Adesso voglio vederle cosa fanno: venite, venite qui che vi facciamo il culo. Noi siamo il popolo, voi siete niente! Questa è una piazza tricolore, via, via quelle bandiere rosse, arcobaleno, gialle, verde-rosse e colle stelle blu! Facciamogliele inghiottire!

Già non ci hanno fatto fare la Pasqua, colpa di quel Papa di merda lì, che non c’entra niente colle nostre origini cristiane, pure straniero! Almeno con Papa tedesco c’era un’intesa, ma quella merda deve essere spazzata via come tutte le zecche di ‘sta michia! Il 25 aprile d’ora in poi sarà nero, dovessimo passare sui loro cadaveri! Maledetti nemici degli italiani, fottuti amici dei marocchini e dei negri e fottute troie femministe che vogliono rovinare le nostre famiglie! E le cazzo di forze dell’ordine, che dovrebbero stare con noi, che fanno? Stanno a guardare, come se la cosa non li riguardasse. Codardi! Ma dopo, dopo, cambierà tutto, altroché!

Finalmente cominciamo a muoverci, una massa unita, verso di loro. Mo’ li prendiamo a sprangate, e boia chi molla! Indietreggiano. Tutti, tranne uno. Massiccio, incazzato. Se non avesse la maglietta dell’Arcigay sembrerebbe uno dei nostri. Ma non mi faccio intimidire. Dobbiamo fargli vedere chi siamo. Avanzo prima degli altri, lo avvicino. Sollevo il piede di porco che ho preso all’officina. Lo alzo. Lui si fa sotto: perfetto, proprio in mezzo alla mia traiettoria. Gliela spacco, quella testa vuota! Gliela spezzo in due! E poi gli infilo il manico nel culo, vediamo quanto gli piace! Ma quello alza un braccio, tutto muscoli come un culturista (un culturista gay, mi viene la nausea!) e mi blocca prendendomi per il polso. Mi guarda tranquillo come se non facesse il minimo sforzo. Si porta l’altra mano al volto. Ma che cazzo fa? Si abbassa la mascherina. Mi sorride. Poi, con un guizzo rapido, si fionda sulla mia faccia e mi strappa via la mia. Senza fatica piega il mio braccio, si avvicina, mi guarda negli occhi, mi afferra alla nuca, mi trascina verso di sé e … ma che… mio Dio, no, che schifo! Mi viene il vomito! Il frocio del cazzo! Mi ha baciato, il porco! Mi ha baciato sulla bocca! E come se non bastasse, mi fa: «Peace and love, baby!»

Lo spingo via, la testa mi gira, vedo tutto nero intorno, ma non un nero pulito, un nero a puntini come se il mondo stesse per scomparire. Cado in ginocchio, vomito anche l’anima e lo sento appena dirmi ad alta voce: «E adesso scopri se ho il Coronavirus, stronzo!»

©Heiko H. Caimi, 2020

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