Le antipatiche [20] di Anna Martinenghi

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AZZURRO RARO

…che te brillet de lontan

Succede anche qui, di rado, ma succede. Servono giorni di vento pioggia per ripulire il grigio, ma poi sapeste com’è bello. Sembra di volare a piedi nudi sopra questa città schiva che ha l’anima sepolta nella nebbia. Lei è una vera signora, indossa i suoi gioielli solo nelle occasioni appropriate. Quando appare così, nella sua vera luce, le perdono tutto: i musi lunghi dell’inverno, i cortili nascosti, la fretta da ape operaia, quell’aria antipatica, troppo snob.

…sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man

Sì, lo so che è impegnata. La conosco bene. Sono qui da un bel po’, ne ho viste di cose. La amo per come è, nonostante sia lei: scorbutica, complicata come il suo traffico, elegante e cialtrona allo stesso tempo. Ha sempre da fare e fa qualcosa anche quando non sta facendo niente: il passo svelto, i mezzi, la folla, la navetta per l’aeroporto. Anche divertirsi è una cosa seria per lei, un altro modo di lavorare. Bisogna essere professionisti , non ci si può improvvisare qui. Ho visto crescere le torri, che grattano l’azzurro raro che mi piace tanto. Mi osservano trasparenti, perfette. Conosco il torbido ai loro piedi, il fango che sporca le loro fondamenta. Nonostante tutto cercano il cielo e io voglio fidarmi. Lei algida tace, tiene per sé i suoi segreti e prepara il cibo per nutrire il mondo.

…canten tucc “lontan de Napoli se moeur”

Quando è arrabbiata, fa la faccia dura di chi non ne vuole sapere. All’inizio è dura. Non sopporta nessuno e ama tutti, come quelle maestre ruvide che bacchettavano le mani e  insegnavano a stare al mondo. Vuole essere convinta, corteggiata. È femmina. Di quelle che non si svelano al primo appuntamento. Bisogna insistere, non dargliela vinta. Poi un giorno, uno di quei rari giorniazzurri, ti fa sentire a casa. Nessuno è di qui e tutti lo diventano. Quelli arrivati anni fa con la valigia di cartone ora dicono “nun sèmm de’ Milan” a quelli arrivati col barcone e vanno a farsi tagliare i capelli in Paolo Sarpi. La si detesta e la si ama per come è. Tutto e il contrario di tutto. È una città senza l’attenuante del mare, solo le vene varicose dei navigli, le polveri sottili nelle luci della sera.
“Sono così” sembra dire ogni volta: prendere o lasciare. Qualcuno lascia, ma quelli che prendono diventano suoi, senza sapere nemmeno perché. Se la conquisti – lei che è malfidente- ha nostalgie lunghe come i suoi inverni,

ma po’ i vegnen chi a Milan

Ne ho viste di cose e tante non avrei voluto. Ma resto qui a guardare il cielo, aspettando l’azzurro raro. Quando le cose si mettono male, quando non sa che pesci pigliare, persino lei, la grande città del Nord, la città da bere e ora da mangiare mi prega. Lo fa senza levarsi il soprabito, brusca, con la fatica di chi non è abituato a chiedere.  “Madunina guarda giò” sospira in un fiato.  Come se non lo facessi sempre. L’azzurro è così raro in questo cielo.

© Anna Martinenghi, 2015

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2 commenti

  1. Molto bello …ma a me sta sempre antipatica uguale neh!

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