La forma della stanza [15] di Stefania Morgante e Barbara Garlaschelli

PROTEGGERE ME O TE

 

Questo disegno che ti mando (matite acquerellabili su carta Fabriano 200 gr, formato A3), fa parte di una serie di 50 disegni che ho fatto nell’estate 2016. (S.M.)
Le opere di Stefania Morgante le trovate qui
 

IL TUO CORPO

di

Barbara Garlaschelli

Il tuo corpo

Abitato da muscoli e vene, nervi e ossa
Altare unico e irripetibile del mio amore
Fucina di emozioni
Rogo di paure e silenzi

Il tuo corpo

Steso immobile su un letto
da un tempo così lungo
da non riuscire a contarlo

Il tuo corpo

Silente e lontano
Irraggiungibile come un altro sistema solare
Vicino come il negozio del droghiere

Il tuo corpo

Assente di gesti
Vuoto di emozioni
carico dei nostri ricordi

Il tuo corpo

Assediato da tubicini, canule, siringhe
Osservato da medici e infermieri
Dimenticato dai più
Venerato da me che non posso più averlo.

Il tuo corpo

Era la mia casa
Ed ora è un castello circondato da mura altissime
Trapunto d’aghi come il cielo di stelle
Stelle che gocciolano sangue
E sudore
Ma non lacrime
Perché il tuo corpo non sa più nemmeno piangere

Il tuo corpo

 Spento di sorrisi
È solo involontario battito di palpebre
Incapace di gustarsi il sapore dolce di una caramella
E quello salato di un pezzo di pane

Il tuo corpo

È un granello di rena incastrato nelle suole delle scarpe.
Un semino infilato tra i denti.
Una perla nascosta dentro un’ostrica

Il tuo corpo

È quello di un pendolare
che qualcuno ha gettato dal treno
a metà del viaggio
in una landa deserta e sconosciuta.

Il tuo corpo

È un cuore che continuano a far battere
Come un tamburo nelle mani di un pazzo
È uno stomaco che continuano a riempire
Come un sacchetto della spesa
È una mente che non esiste più
Sipario calato

Il tuo corpo

Vorrei esistesse solo nei miei ricordi
Nelle foto di quand’era corpo bambino
O giovane e scattante
E vivo
Vivo
Non trasformato in un tavolo da gioco
Su cui gettare carte truccate

Il tuo corpo

Non è più mio.
E non è loro.
E non è di nessun dio.

Il tuo corpo

Liberato dalla prigione di se stesso

Il tuo corpo

Vorrei liberarlo io, mio amore
Invece posso solo sorvegliarlo
E sfiorarlo con le mani
E sperare di avere la fortuna
Di chiudere gli occhi
Un minuto dopo i tuoi.

L’opera di Stefania Morgante e la ballata di Barbara Garlaschelli sono dedicate a Eluana Englaro e alla sua famiglia.
 
©Stefania Morgante e Barbara Garlaschelli

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