Il passo del bradipo (ovvero le avventure di Brady) [18]

© Rilassati, di Stefania Morgante
© Rilassati, di Stefania Morgante

Brady (spoiler) Downton

Caro Bradydiary,
nelle potenti delusioni sociali che hanno caratterizzato questa mia fase della vita di relazione, cerco risposte nelle serie televisive, che possiedono verità elementari, un senso estetico appagante e una morale elementare che distribuisce regolarmente a vanvera dosi di felicità e di dolore , esattamente come succede nella vita. Di recente mi sono dedicata al feuilleton Downton Abbey. Vi ho trovato uno specchio della bradyvita che mi ha stupita, confortata e travolta.  Ora te lo dico in tutta sincerità, Bradydiary del mio cuor: in confronto alle tre rampolle Grantham, io sono benedetta dalla sorte. Sono ricche, belle e nobili, è vero. Ma sfigate da non dirsi. Una rimane vedova praticamente subito dopo essersi innamorata, l’altra muore di parto dopo aver intortato lo chauffeur irlandese e intellettuale, che ama perdutamente, e la terza si invaghisce prima di uno sfigurato, poi di un tizio più vecchio di suo padre, senza mano e con un pisello probabilmente inattivo (e anche così, la signorina riesce a farsi lasciare davanti all’altare), e alla fine di un uomo sposato che proprio quando si sta moralizzando, sparisce misteriosamente in Germania (dove è andato a farsi concedere il divorzio: un tempo i luoghi per queste pratiche erano meno esotici di ora), lasciandola incinta e sconsolata, con anche il problema di dove collocare il piccolo bastardo: Svizzera? Il cottage vicino casa? E’ un bel dilemma.
Anche i domestici Grantham sono un assortimento di sfighe ben cucinate: abbiamo quella che si innamora del possibile assassino, ex galeotto, ex sposato, claudicante e nobilmente competente di molte truffaldine attività; quella che si sposa per condiscendenza e rimane vedova 10 secondi dopo il matrimonio; quell’altra che ben armata potrebbe uccidere anche con una saponetta; il gay incattivito dalla sfiga; la zoccola che transita e ritransita cercando di intortare l’ex-chauffeur vedovo; la cuoca che fa da mamma all’assistente cuoca e a momenti si fa incastrare da un cialtrone. Altri curiosi soggetti transitano. E poi ci sono Mrs Hughes e Mr Carson, una devastata da un altruismo incontrollabile e molesto, e l’altro che ha ingoiato una scopa da giovane e non è ancora riuscito a digerirla. In compenso, quest’ultimo si esprime come un lord e la straordinaria cattiveria delle sue considerazioni sulla vita è paragonabile solo a quella della vecchia ma inossidabile nonna. Lady Violet, non vi è dubbio, è un genio. Indossa la nobiltà come un abito talare e distribuisce malvagità con la disinvoltura di uno gnu nel suo habitat naturale. E però ha un cuore, che la sublime rompiscatole Mrs Crawley si studia di far emergere, punzecchiandola in continuazione mentre a intermittenza assiste prostitute, ladri e malfattori, parte per la Francia per fare la crocerossina, produce progetti benefici a manetta e piange il figlio non innamorato, poi innamorato infelicemente, poi paralizzato, poi risanato, poi morto.
A questo punto, Downton Abbey, prima in rovina e poi riscattata da un’eredità a sorpresa, è abitata da: Lord e Lady Grantham, il cui rapporto è composto come un dipinto ottocentesco; ciò che resta delle rampolle Grantham (la più giovane è deceduta, la media è impegnata a campionare fallimenti amorosi, e la più grande è resa autistica dal lutto); due bebè, Sybby e George, due bertucce in abiti lussuosi, che di rado compaiono coi loro genitori, ma mediamente sono mantenuti in animazione sospesa, segregati in qualche stanzino dell’enorme magione. Non parlano, non giocano, non interagiscono: sono vivi, certo, ma transitoriamente.
Tra svolazzi, danze e presentazioni in società, gli autori non ci fanno mancare niente: relazioni illecite, figli bastardi, uxoricidi, omosessualità, giocatori di poker professionisti, nipotine che intrecciano relazioni con suonatori di Jazz, preferibilmente di colore, ed elementare, assortita vanità. Mancano: feticismo spinto, pedofilia e passioni innaturali per animali (sebbene il cane Isis, che ormai deve avere 102 anni, sia senza dubbio la creatura di genere femminile più amata da Lord Grantham). Cosa ci riserverà la quinta serie? Adesso che è comparso anche il principe di Galles, la regale sfiga potrà, ne sono certa, raggiungere vette mai concepite prima. Ti terrò aggiornato. Stay tuned!

© Nicoletta Vallorani

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